C’è un modo per andare in pensione a 57 anni: si tratta della pensione con rendita: di cosa si tratta e in quali casi è possibile.
Il pensionamento a partire dai 57 anni è possibile per i lavoratori che risultano disoccupati da almeno 24 mesi, oppure per i lavoratori ancora in servizio con 62 anni di età. Per accedervi, in entrambi i casi, sono richiesti almeno 20 anni di contributi versati e almeno 5 anni di contributi versati nel fondo pensione complementare che erogherà la rendita mensile. Si tratta della rendita integrativa temporanea anticipata, conosciuta come RITA.
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In questo caso particolare non stiamo parlando di un trattamento pensionistico erogato dall’Inps. La RITA, infatti, è erogata da un fondo pensione complementare, come ad esempio il fondo Esperto. In questi casi, il capitale versato sotto forma di contributi nel fondo andrà a finanziare l’anticipo e la rendita mensile. Questa viene determinata dalla percentuale di capitale che si vuole utilizzare per i mesi di anticipo rispetto a quella di vecchiaia e che vengono versati nel fondo pensionistico.
Dunque non c’è alcun legame tra la RITA e il futuro trattamento pensionistico di vecchiaia, che continuerà ad essere calcolato sui contributi versati all’Inps. In pratica i contributi versati per la RITA sono qualcosa di aggiuntivo che il lavoratore sceglie di versare e che gli permetteranno di andare in pensione in anticipo rispetto a quanto previsto dalle normative.
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Assolutamente no, poiché la futura pensione di vecchiaia sarà calcolata sui contributi versati all’Inps, che non sono stati minimamente utilizzati per il finanziamento della RITA. Se si decide di accedere alla RITA, viene meno però la pensione integrativa, poiché i soldi versati saranno restituiti, con rivalutazione, mese dopo mese per gli anni che si anticipa rispetto ai 67 anni. Se non si utilizza tutto il capitale per finanziare la RITA, invece, rimarrà una parte di esso da ricevere come pensione integrativa a quella di vecchiaia.
In fine dei conti, l’unica penalizzazione utilizzando la RITA rispetto alla quella di vecchiaia è legata ai contributi in meno versati negli anni dell’anticipo. Chi accede al pensionamento anticipato, infatti, non verserà i contributi che sarebbero stati dovuti se avesse proseguito a lavorare per altri anni.
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