Ricominciano le pressioni sui debitori del Fisco. Chi deve pagare le proprie cartelle esattoriali potrebbe rischiare il pignoramento dei beni, dello stipendio o del conto corrente.
Nonostante la proroga ormai in via di approvazione e la possibilità di una rottamazione quater per il 2022, la pressione fiscale sui debitori del Fisco non si abbassa di molto. Sono già riprese da mesi le riscossione delle cartelle esattoriali da parte dell’Ageniza delle Entrate – Riscossione, e nonostante le grandi rottamazioni degli scorsi mesi le cartelle esattoriali sono ancora moltissime. Gli avvisi dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione per i debitori sono sempre più pesanti e dai contribuenti sorgono lamentele per il periodo difficile in cui il Fisco ha deciso di esercitare la propria pressione.
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Sono in molti anche a lamentare di non essersi ancora ripresi del tutto dalla crisi della pandemia e non c’è nessuna garanzia che coloro che non erano in grado di pagare i propri debiti con lo Stato prima ne siano in grado adesso. L’alternativa spaventa molto i contribuenti in difetto: il Fisco potrebbe procedere con il pignoramento dei beni dei debitori, andando a mettee la mani direttamente su stipendi, pensioni e conti correnti dei contribuenti. La misura è legittima, certo, ma anche estrema per l’Agenzia delle Entrate – Riscossione, che diventerebbe di fatto la pressa sulla testa di una larga moltitudine di persone. L’alleggerimento della pressione fiscale si potrebbe raggiungere con la succitata proroga delle rate della rottamazione ter, adesso in discussione tra le forze politiche e il Governo, così come la rottamazione quater.
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La proroga permetterebbe di concedere più tempo agli italiani per potersi rimettere economicamente in sesto per poi procedere con il pagamento dei debiti. La proroga è già stata presentata da un gruppo trasversale di Deputati di Forza Italia, PD e Lega alla commissione di competenza e verrà presto discussa. Il piano sarebbe quello di renderla operativa con la prossima Legge di Bilancio, ma c’è un intoppo nella forma di un surplus di 500 milioni di euro che la manovra necessiterebbe, ma che non rientrano nei piani del governo per la Legge di Bilancio.