Quota 100 peserà sui conti pubblici, ma è stato un male necessario. Nessuna riforma pensioni in vista, ma graduale ritorno alla Fornero.
Errore che si aggiunge errore: questo il breve riassunto di come Quota 100 ha influito negativamente sui conti pubblici italiani per cercare di cancellare il sistema pensionistico introdotto dall’ex ministra del governo Monti. Dopo 10 anni la situazione non è cambiata e ci troviamo di fronte al forte rischio di dover tornare ai 67 anni di età pensionabile e ai 42 di contributi, con la beffa ulteriore del contributivo puro, quindi con una pensione che sarà sensibilmente inferiore rispetto agli ultimi stipendi percepiti durante la vita lavorativa.
Tutto questo per tentare di dare da un lato una riposta all’Europa per mantenere il Patto di stabilità, dall’altro per non aprire una guerra definitiva con i sindacati, giustamente preoccupati per il futuro pensionistico di chi lavora. E in mezzo? Esodati, pensioni anticipate per lavori logoranti, soluzione Donna e un futuro altamente nuvoloso per chi invece è giovane e dovrà ancora lavorare per molti anni, senza sapere se e come percepirà l’assegno.
Sistema pensionistico: Quota 100 porterà 20 anni di dissesto economico nei conti italiani
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Oggi sappiamo come Quota 100 sia stata un grave errore, perché ha fatto esplodere i conti dell’Inps, risultando più onerosa rispetto a quella di vecchiaia. Va tenuto presente che il sistema attuale è ancora misto, ma ci troviamo di fronte ad un buco che, nella migliore delle ipotesi, sarà colmato in 20 anni. La conferma arriva anche dalla Corte dei Conti, che ha analizzato l’impatto: Fin dall’avvio di Quota 100 la Corte ha sottolineato come la misura abbia costituito una risposta non efficiente, per gli equilibri della finanza pubblica, all’esigenza di una maggiore flessibilità in uscita del sistema previdenziale.
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Di fatto è un monito al legislatore, che deve inevitabilmente rientrare nel sistema Fornero, prima o poi, così da compensare il disastro economico. Con il disegno di legge di bilancio 2022, pur se si conferma la piena adesione al principio contributivo, non è rimossa la profonda incertezza che si è determinata nel sistema con l’introduzione di quota 100 per le pensioni anticipate.