Gli aiuti di Stato messi in campo durante la crisi della pandemia hanno aiutato molto, ma c’è anche chi ne ha approfittato senza averne diritto. Da questi lo Stato rivuole i soldi indietro.
Chi ha percepito più aiuti del necessario durante la crisi della pandemia dovrà restituire quanto dovuto al fisco. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato in una nota che vige adesso l’obbligo di autodichiarazione sul rispetto dei limiti e dei requisiti previsti per gli aiuti di Stato dati durante la crisi della pandemia. Sull’autodichiarazione dovranno essere inseriti tutti gli aiuti di Stato che sono stati percepiti dal professionista o dall’impresa, in modo che sia possibile controllare che l’importo totale non superi il limite massimo imposto dalle regole dell’Unione Europea in merito agli aiuti di Stato per il Covid-19.
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L’autodichiarazione deve inoltre dimostrare che il beneficiario degli aiuti abbia avuto tutti i requisiti obbligatori per beneficiare degli aiuti di Stato. Anche i contributi a fondo perduto saranno sotto controllo e da ammettere nell’autodichiarazione. L’autodichiarazione sarà una misura di monitoraggio e controllo che permetterà al Fisco egli organi analoghi dell’UE di capire quanto e come sono stati sovra sfruttati le misure di assistenza alle attività economiche durante la pandemia. In questo modo il Fisco potrà fare gli opportuni controlli sulla ricezione degli aiuti di Stato a professionisti ed imprese e, nel caso ci fossero irregolarità, attuare le opportune procedure di recupero degli importi indebitamente percepiti.
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Il decreto del MEF sarà opertativo una volta tenutasi la conferenza Stato – Città e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Sarà obbligatoria per tutti i professionisti e le imprese che hanno percepito un qualsiasi numero o entità di aiuti di stato, tra i cotributi a fondo perduto e i sostegni di qualsiasi altro tipo messi a disposizione dello Stato per l’emergenza sanitaria del Covid-19.