Stavolta sembra non esserci scampo: arriva una stangata dalle cartelle esattoriali: sono tornati i pignoramenti.
Dunque l’Agenzia delle entrate ha riaperto l’attività della riscossione ex Equitalia, con intimazioni di pagamento entro cinque giorni. La stretta infatti è ripartita il primo settembre, ma lascia alcuni dubbi. Infatti se questo invio viene interpretato come verifica per capire quali di queste sono sanabili il percorso può essere giusto, ma sembra che in realtà siano partite tutte le azioni esecutive.
Infatti tutti i debitori che dallo scorso 8 marzo si sono visti sospesi i pignoramenti li hanno visti riprendere e con un’aggravante. Infatti sono stati aggredito i nuovi incassi, togliendo disponibilità finanziarie e liquidità a diverse imprese, tanto che molti stanno ipotizzando di sospendere l’attività per non rischiare il pignoramento di tutto.
Pioggia di richiesta di pagamento dal fisco, ma emerge la possiblità di una nuova rottamazione
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Dai racconti emerge che in questi giorni sono arrivate diffide di pagamento da parte dell’Agenzia delle entrate e Riscossione per somme davvero molto elevate, anche sopra i 400mila euro, con intimazione di pagamento entro cinque giorni. Tutto questo nonostante lo stato di emergenza terminerà il prossimo 31 dicembre.
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Come evitare questo salasso? Bisogna fare ricorso alle commissioni tributarie, chiedendo la sospensione per pandemia, stato di necessità e per inadempimento causa terzi. In questo modo si potrebbe rimandare tutto alla fine dello stato di emergenza. In campo politico però si sta discutendo di una ulteriore proroga delle rate 2020 e 2021, con il pagamento in corso d’anno del 30% del dovuto per evitare la perdita dei benefici e dei requisiti della rottamazione. Ma il problema è che si continua a penalizzare chi ha pendenze con il fisco. Emerge anche la proposta di una rottamazione quater con saldo e stralcio. Bisogna lavorare sulle compensazioni.