Siamo sommersi di chiamate ad ogni ora del giorno e la domanda che ci poniamo sempre è: come fanno i call center ad avere il nostro numero?
Si tratta di un continuo ricevere chiamate e poco importa che sia mattina, pomeriggio o sera, che stiamo in piena attività lavorativa o rilassandoci durante il weekend. Non c’è scampo. Sugli smartphone Android c’è il riconoscimento dei numeri molesti, ma non sempre funziona, mentre sugli iPhone non è comunque presente alcuna protezione. Proviamo anche a bloccare in maniera costante tutti i numeri, ma comunque questi cambiano di continuo, rendendo impossibile una qualunque forma di protezione.
Ovviamente ci sono centri telefonici che fanno il loro lavoro correttamente, presentandosi e chiarendo subito di cosa si tratta, ma ce ne sono anche diversi altri meno corretti, che si “camuffano” da call center ufficiali, quando invece parlano di offerte commerciali di diversi concorrenti. Ma non si tratta solo di proposte per la corrente elettrica, il telefono o il gas. Riceviamo chiamate per l’acqua, per gli investimenti o per l’olio extravergine. Insomma, il nostro numero, quello che ci portiamo dietro da anni, è in balia di uno “smercio” a cui non riusciamo a dare un freno. Ma come fanno tutte queste entità ad aver il nostro contatto?
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Purtroppo, e questa è l’amara realtà, siamo sempre noi a concedere l’autorizzazione. Questo avviene in diversi modi, ma proviamo a fare alcuni esempi così da chiarire cosa non dovremmo mai fare. Quando firmiamo un contratto di fornitura spesso non ci rendiamo conto che firmiamo anche l’autorizzazione alla profilazione e alla concessione dei dati alle terze parti. Per questo è fondamentale, quando andiamo a mettere le fatidiche crocette, a negare il consenso per la diffusione commerciale dei nostri dati.
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Ma non solo. Avete fatto caso che se navigate su siti nuovi, nei giorni successivi arrivano le telefonate? Questo accade perché autorizziamo i cookie a raccogliere i nostri dati. Quel fastidioso pop-up che appare ogni volta e che facciamo sparire con altrettante velocità premendo velocemente, fa la stessa identica cosa delle nostre firme: autorizziamo chi gestisce la privacy policy del sito in questione a diffondere il nostro numero per ricevere proposte commerciali. Dite che non utilizzate il vostro numero per accedere a internet? Vi sbagliate, perché oramai i social network e Google hanno il sistema di protezione a due fattori, con il vostro cellulare come backup. Ogni volta che, invece di registrarvi in un sito, utilizzate i dati di social e Google per fare prima, il gioco e fatto e i call center si fregano le mani.
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