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Controlli, maggiori costi e tetto di reddito: perché il Superbonus non c’è più

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Tiziano Rugi

Il Superbonus è una misura introdotta dal governo per rilanciare l’economia e il settore dell’edilizia. Ma una serie di regole rischiano di far fallire la misura.

Il Superbonus del 110 per cento su alcune tipologie di intervento in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici ha spinto molti italiani ad approfittare dell’agevolazione.

Tuttavia, nonostante la proroga fino al 2023, una serie di modifiche tecniche rischiano di farlo fallire, o quantomeno di scoraggiare molte persone a richiederlo. Sicuramente i motivi del governo per la stretta non sono infondati, perché hanno lo scopo di ridurre le frodi che sono state scoperte nell’ultimo anno.

Leggi anche: Bonus mobili ed elettrodomestici, al Governo è venuto il braccino corto

I punti da chiarire per il Superbonus

Tuttavia ci sono punti da chiarire nel regolamento e alcuni ostacoli burocratici. In particolare, per fare un primo esempio, il tetto Isee di 25mila euro sulle villette unifamiliari è ritenuto troppo stringente e rischia di snaturare gli obiettivi dell’iniziativa.

Inoltre, con l’obbligo di asservazione del visto di conformità per il credito dei vari bonus, i costi per i cittadini lievitano, perché è necessario rivolgersi a un professionista per avere questo servizio. Lo stesso vale per lo sconto in fattura, che era un’opzione molto utilizzata dalle ditte per abbassare le spese dei clienti.

Leggi anche: Superbonus e altri bonus edilizi, il problema è serio: arrivano i controlli dell’Agenzia delle Entrate

Per questo motivo, Confartigianato ha chiesto di introdurre “un limite di spesa per interventi al di sotto dei quali non siano obbligatori visto di conformità e asseverazione della congruità della spesa”.

Infine, sostiene l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (Ance) lancia l’allarme perché la nuova misura rischia di causare rallentamenti e blocchi sulle operazioni in corso oppure il rischio di un aumento incontrollato dei prezzi dei materiali.

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