La Corte Costituzionale ha stabilità la data per poter riprendere gli sfratti, escludendo la possibilità di applicare il blocco successivamente.
Dunque attenzione a questa data, da segnare con il circoletto rosso: il prossimo 31 dicembre. Sarà l’ultimo momento in cui sarà valido ancora il blocco degli sfratti per morosità, così come stabilito dal legislatore per venire incontro alla situazione di emergenza causata dalla pandemia. La conseguente crisi economica e la perdita di lavoro o la cassa integrazione hanno portato il governo a fermare gli atti degli ufficiali giudiziari fino alla fine di quest’anno.
La Suprema corte ha però stabilito che questo stato non può più proseguire, visto che la situazione di eccezioni oramai è venuta meno. Quindi con la fine dell’anno finirà anche l’impedimento ai proprietari per liberare le case, senza possibilità di ulteriore proroga, avendo la compressione del diritto di proprietà raggiunto il limite massimo di tollerabilità, pur considerando la sua funzione sociale, così come riportato articolo 42, secondo comma della Costituzione.
La sentenza numero 213 redatta da Giovanni Amoroso riconosce la legittimità delle proroghe della sospensione di alcuni provvedimenti di rilascio degli immobili decretate nel corso del 2021, ma con un termine oramai stabilito e non più allungabile nel tempo.
La Corte Costituzionale ha deciso: basta allo stop agli sfratti dal 31 dicembre
LEGGI ANCHE: Pensione decurtata del 40% ecco cosa significa il ritorno alla Fornero
la Corte Costituzionale ha dichiarato non fondate le censure sollevate dai giudici dell’esecuzione presso i Tribunali di Trieste e di Savona relative all’articolo 13, comma 13, del decreto-legge 31 dicembre 2020 numero 183 (vale a dire il cosiddetto Milleproroghe) e all’articolo 40-quater del decreto legge 22 marzo 2021 numero 41 (cioè il dl Sostegni). E questo perché, secondo gli Ermellini, la sospensione era risultata generalizzata solo all’inizio della “pandemia”: successivamente, quando sono stati avanzati dubbi sulla legittimità costituzionale di tale provvedimento, il legislatore avrebbe progressivamente ridotto la sua applicazione, operando un “ragionevole aggiustamento del bilanciamento degli interessi e dei diritti in gioco”.
LEGGI ANCHE: Mutuo cointestato, chi deve continuare a pagarlo dopo la separazione o il divorzio
Nessuna possibilità, comunque, che un’estenzione di tale manovra, “di natura intrinsecamente temporanea“, venga prorogata oltre la deadline del 31 dicembre 2021. Tuttavia la Corte suprema concede al legislatore, nel caso in cui lo richieda l’evolversi dell’emergenza sanitaria, la possibilità di adottare misure differenti da quella della sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti di rilascio (o di alcuni di essi) che siano “idonee a realizzare un bilanciamento adeguato dei valori costituzionalmente rilevanti che vengono in gioco”.