Dopo una serie di truffe ai danni dello Stato, il Fisco annuncia maggiori controlli sui bonus, mentre il governo ha preso contromisure come il decreto antifrode, con i controlli preventivi sulla cessione dei crediti.
Potrebbe non essere così semplice ottenere i bonus previsti dal governo per rilanciare l’economia. Con decreto antifrode, entrato in vigore lo scorso 12 novembre, il governo ha messo la parola fine alla convenienza delle opzioni per la cessione o lo sconto in fattura, che faceva risparmiare, quasi la metà del prezzo di acquisto e installazione.
Dunque adesso molti bonus rischiano di diventare meno allettanti perché i prezzi schizzeranno in alto e molti cittadini potrebbero rinunciarvi. Infatti, diventerà obbligatorio l’apposizione del visto di conformità e l’asseverazione tecnica sulla congruità della spesa sostenuta. Il cittadino, dunque, dovrà sostenere i costi di entrambe le prestazioni professionali aggiuntive.
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Quali bonus diventano meno convenienti
Il primo esempio a venire in mente è il Superbonus edilizio, dove la pratica dello sconto in fattura era molto utilizzata, ad esempio negli acquisti di caldaie o la sostituzione di impianti termici. Ma la lista non finisce qui. Ecco tutti gli incentivi che ne risentiranno:
- Bonus casa
- credito d’imposta per negozi e botteghe
- tax crediti per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda
- bonus sanificazione e bonus adeguamento ambienti di lavoro.
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I motivi dell’intervento del governo
Il decreto sui controlli preventivi sulla cessione dei crediti è stato adottato dal governo dopo l’allarme frode dato nei giorni scorsi dall’Agenzia delle Entrate. Dopo un anno dalla piena operatività della piattaforma per la cessione dei crediti e degli sconti in fattura dei bonus edilizi, l’Agenzia ha scovato 800 milioni di crediti inesistenti.
Al 30 settembre scorso, sono state circa 2 milioni e mezzo le operazioni comunicate all’Agenzia, per un controvalore di oltre 19 miliardi. Un terzo, 6 miliardi e mezzo, è riferito al Superbonus 110% (ecobonus e sismabonus). Sono state insomma intercettate numerose cessioni di crediti inesistenti, soprattutto riferiti a interventi edilizi non effettuati.