Allarme frodi sui lavori di ristrutturazione casa e uffici con il Superbonus 110%: scoperti 800 milioni di crediti inesistenti. Ecco cosa ha spiegato il direttore delle Entrate.
Il superbonus 110% ha permesso di rilanciare su tutto il territorio italiano il settore edilizio, dopo un lungo periodo asfittico, causato principalmente dalle difficoltà economiche del paese. Per lungo tempo in Italia si è costruito e ristrutturato meno e la misura ha aperto un varco che permette anche di sistemare il patrimonio immobiliare italiano, migliorandone la classe energetica. Purtroppo c’è sempre chi si approfitta della situazione per trarre vantaggi: sono i “furbetti”, che cercano di sfruttare la misura pur non possedendo i requisiti, ma anche chi in buona fede ha commesso errori nella presentazione dei documenti, dichiarando più spese di quelle reali, così da acquistare benefici fiscali maggiori del dovuto.
Ma chi è addetto alle verifiche? Il primo organo è il SUE, lo sportello unico per l’edilizia, che è preposto alla verifica della CILA, la comunicazione inizio lavori asseverata e che gli interventi siano a norma, che sia presente l’attestato di costruzione dell’immobile o del provvedimento che ne ha consentito la legittimazione ovvero dell’attestazione che la costruzione è stata completata in data antecedente al 1° settembre 1967. Tutto questo deve corrispondere al vero, sia per l’ecobonus che per il sismabonus.
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L’altro organo, più legato alla questione energetica, è l’ENEA. Un suo tecnico dovrà allegare i documenti riguardanti le polizze assicurative e le attestazioni rilasciate con i relativi importi degli interventi oggetto delle predette asseverazioni o attestazioni. Pensate sia finito? Assolutamente no, perché l’ultima parola spetta al fisco che dovrà infine controllare che ci siano i presupposti per il diritto alla detrazione fiscale. Qualora mancassero i requisiti, l’Agenzia provvederà al recupero “dell’importo corrispondente alla detrazione non spettante nei confronti del soggetto che ha esercitato l’opzione, maggiorato di interessi e sanzioni”.
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Per chi pensa di poter approfittare della situazione e viene scoperto si applica la parte pesante delle sanzioni. Se il fatto è reato la sanzione varia da 2000 fino a 15mila euro per ogni attestazione infedele: quindi si può arrivare a multe stellari se ne commettono diverse. Nel momento dell’accertamento, poi, le Entrate provvederanno al recupero dell’importo corrispondente alla detrazione non spettante nei confronti dei soggetti beneficiari.