Il prepensionamento è possibile in alcuni casi. Ecco quali sono e come fare per lasciare il lavoro prima di aver raggiunto i requisiti
Il prepensionamento è una forma di accompagnamento alla pensione che si applica solo in alcuni casi specifici, ricorrendo a forme come isopensione o contratto di espansione per permettere il ricambio generazionale, sostituendo persone più anziane con quelle più giovani. Secondo le leggi attualmente in vigore, il prepensionamento permette di anticipare il momento dell’uscita dal lavoro in particolari situazioni. Uno di questi è il turn over in azienda: i lavoratori che abbiano raggiunto determinati requisiti possono uscire dal lavoro senza attendere il raggiungimento dei requisiti necessari per la pensione di vecchiaia se contestualmente l’azienda assume nuovi giovani lavoratori.
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Si ricorre in questo caso all’isopensione, anche detto assegno di esodo, uno strumento introdotto con la legge Fornero che permette al lavoratore di andare in pensione con 7 anni di anticipo con l’aiuto dell’azienda per cui lavora. Possono ricorrerci le aziende che hanno più di 15 dipendenti, che hanno avviato un piano di ristrutturazione e che hanno stretto un accordo con i sindacati depositato poi all’INPS. Le imprese dovranno versare al lavoratore per tutto il periodo di esodo un assegno pari all’importo del trattamento pensionistico per 13 mensilità. Un’altra opzione è il contratto di espansione, che permette di anticipare la pensione fino a 5 anni rispetto ai 67 anni di età richiesti per la pensione di vecchiaia, rappresentando uno scivolo per il prepensionamento.
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Gli altri casi
Un altro caso possibile è il prepensionamento per per malattia. Le leggi in vigore permettono, infatti, ai lavoratori cui viene diagnosticata una malattia insorta a causa del stipo di lavoro svolto o dall’ambiente di lavoro di usufruire del prepensionamento, in base al grado d’inabilità riconosciuto con relativa indennità erogata dall’Inail.