Food Price Index, report mensile della FAO, traccia un quadro dell’aumento dei prezzi di alcuni prodotti che lievitano esponenzialmente
Secondo Food Price Index, report mensile della FAO che misura la variazione dei prezzi internazionali nel settore alimentare si è verificato un aumento dei prezzi alimentari pari a circa 133,2 punti ad ottobre 2021. Rispetto a settembre l’ incremento è stato di 3,9 punti, pari al 3,0%. L’indice di quest’anno rispetto a quello di ottobre 2020 segna un balzo di 31,8 punti, ovvero del 31,3% in un anno. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura ha registrato dunque aumenti notevoli.
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Nello specifico, si legge nel report, sono aumentati di più i prezzi dei cereali, con una media di 137,1 punti a ottobre: un incremento di 4,3 punti rispetto a settembre e di 25,1 punti al di sopra del livello di un anno fa. Su anche il grano, con +5% a ottobre, fino a raggiungere il 38,3% in più su base annua e raggiungendo il livello più alto da novembre 2012. Ad ottobre è aumentato anche l’olio vegetale che, a ottobre 2021, ha raggiunto una media di 184,8 punti, con un aumento di 16,3 punti mese su mese. Cala invece lo zucchero, dopo sei mesi consecutivi di aumenti. Sono aumentati anche i prezzi di latte: l’indice FAO dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari ha registrato una media di 120,7, in aumento di 2,6 punti (2,2%) rispetto a settembre e di 16,2 punti (15,5%) rispetto a un anno fa. Su anche carne, burro, latte scremato in polvere e latte intero mentre restano stabili i prezzi del formaggio.
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Gli aumenti si sono già registrati nell’estate 2021. Occhi sul frumento, che sembra avvicinarsi sempre di più ai livelli record registrati durante la precedente fiammata del mercato nel 2008. Rincari anche per l’olio, con aumento del 33% sull’olio di semi raffinati, che si aggiunge rialzo già registrato con gli oli di girasole, aumentati da luglio 2020 a luglio 2021 del 61%. Il burro, nello stesso periodo, ha visto il proprio prezzo aumentare del 31%.