Nessun “bonus regali” per le famiglie italiane in vista del Natale ma buoni spesa per quelle più bisognose come prevede il Dl Sostegni-bis: ecco come funziona.
Del resto per tantissime famiglie questo sarà un Natale di ristrettezze e per tutti quelli che inizieranno la corsa ai regali e all’acquisto dei prodotti per il cenone, ci saranno tanti altri che passeranno un secondo periodo festivo molto duro. Per questo il governo ha deciso di emanare un particolare bonus che però, ovviamente, non potrà essere utilizzato per le spese voluttuose: non è un incentivo alle feste.
Infatti stiamo parlando di veri e propri buoni spesa per tutti gli italiani in gravi difficoltà economiche. Nessun voucher da 1400 euro, come del resto si evince dal Dl Ristori: questo sussidio è nato per far fronte all’emergenza Covid, con cui conviviamo da oltre un anno e mezzo.
Infatti va chiarito che questi buoni non sono utilizzabili per i regali, ma solo per l’acquisto di beni di prima necessità, anche per l’igiene personale o per la casa. Gli importi saranno stabiliti dai comuni di residenza e possono variare da un minimo di 100 euro fino a un massimo di 700 euro. Proprio perché alcune famiglie sono numerose, potrebbero ricevere il doppio del sussidio, fino a 1400 euro.
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La somma stanziata dal governo è di 500 milioni di euro e saranno suddivisi ai singoli comuni in base a due criteri molto precisi. Una quota pari al 50% del totale del fondo in base alla popolazione residente di ciascun Comune; il restante 50% del fondo in proporzione alla distanza tra il valore del reddito pro capite di ogni Comune e il valore medio nazionale.
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Toccherà poi ai municipi distribuire le somme in base ai bandi, stabilendo quali sono le famiglie che possono fare richiesta, in base al reddito Isee. Successivamente, il criterio con il quale vengono assegnate le somme dei buoni spesa variano in base al numero del nucleo familiare (più o meno figli) e gli importi cambiano da città in città. In alcuni casi, c’è stata l’approvazione anche di ulteriori sussidi da erogare entro il 2021 da cui è nato l’equivoco che si trattasse di un “bonus natalizio”.
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