Novità e cambiamenti in arrivo per Opzione donna, il sistema di uscita anticipata dalla pensione che cambia regole
Opzione Donna si basa su un sistema di calcolo della pensione tutto contributivo, anche per gli anni lavorati nel sistema retributivo. Un’opzione che potrebbe essere estesa a tutti, per permettere le uscite flessibili dal lavoro a tutti con un calcolo contributivo che permetterebbe di mantenere in ordine i conti dell’Inps. Opzione donna ha permesso il pensionamento con 58 o 59 anni di età e 35 di contributi, con un taglio del 33% dell’assegno. L’età è stata poi innalzata a 60 anni per le dipendenti e 61 per le autonome. Altre novità, però, sono contenute nella bozza della legge di Bilancio in tema di pensioni. Non ci sarà più, infatti, l’innalzamento della soglia anagrafica per la pensione anticipata delle lavoratrici. Non ci sarà più 60 anni per le lavoratrici dipendenti e 61 anni per le lavoratrici autonome. Il limite resta a 58 anni per le donne dipendenti, 59 per le autonome.
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Si abbassa anche la dotazione del fondo destinato a favorire l’uscita anticipata dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, che abbiano raggiunto un’età anagrafica di almeno 62 anni. Nella nuova manovra l’investimento del ministero dello Sviluppo economico è sceso da 200 a 150 milioni di euro per l’anno 2022. Confermati, invece, i fondi di 200 milioni di euro per gli anni 2023 e 2024.
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Prosegue, intanto, il dibattito sulle pensioni. Al momento, si va verso quota 102, che riprende il meccanismo di Quota 100, ma con requisiti differenti. La prima opzione, cioè Quota 100, permette di andare in pensione prima a 62 anni di età e con 38 anni di contributi. La seconda opzione, cioè quota 102, alza il requisito anagrafico a 64 anni di età lasciando intatti gli anni di contributi, cioè 38. La quota 102 è pensata come una misura sperimentale per il 2022, che dovrebbe essere sostituita da Quota 104 a partire dal 2023. Quest’ultima alza ancora il requisito anagrafico, passando a 66 anni di età e sempre con 38 anni di contributi. Anche per la quota 102, come per la quota 100, non dovrebbero essere previste penalizzazioni sull’importo di pensione finale. Le uniche penalizzazioni dovrebbero essere quelle che risultano dal versamento di un minor numero di contributi dunque senza aver raggiunto i normali requisiti pensionistici di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
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