Il bonus terme si è esaurito in poche ore. Suscitando polemiche da parte dei cittadini e delle associazioni a difesa dei consumatori. Perché la misura poteva essere ideata meglio.
Secondo gli obiettivi del governo non doveva trattarsi di un click day. Invece, è andata proprio così e la maggior parte degli italiani non ha potuto usufruire del bonus terme, cioè il finanziamento che prevedeva il dimezzamento delle spese per i trattamenti termali, fino a un tetto massimo di 200 euro.
Il governo aveva stanziato 53 milioni di euro per una misura che doveva sostenere centinaia di strutture duramente colpite dalla pandemia. Fondi disponibili fino ad esaurimento scorte.
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Il clic day del bonus terme
Inevitabile quindi che ci sia stato l’assalto alle prenotazioni. Una misura pensata originariamente come uno strumento di sostegno da gestire nei prossimi mesi, si è trasformata in un assalto alla dilingenza.
Non solo. Come lamentano le associazioni a difesa dei diritti dei consumatori, sono in molti a essere rimasti delusi da come la misura sia stata concepita. Prima di tutto perché, attraverso il clic day, di fatto è andata a chi era libero in quelle ore o è stato più rapido.
Ed essendo rivolta a tutti, indipendentemente dal reddito, i pochi fortunati che hanno ottenuto il bonus terme, potrebbero essere anche persone per le quali non fa alcuna differenza avere 200 euro di sconto. Mentre chi ne ha davvero bisogno, potrebbe essere rimasto senza.
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Gli altri clic day
Un tema, che nel periodo della pandemia, si è presentato ciclicamente. Non è certo il primo caso in cui un bonus si è trasformato in un premio “al mouse più veloce”.
Un anno fa, il bonus monopattino andò esaurito in poche ore. Qualche settimana fa era stata la volta del bonus auto legato all’incentivo per l’acquisto di un’auto nuova o usata con basse emissioni inquinanti. A fine ottobre, infine, l’ecobonus per le auto elettriche non risultò più disponibile dopo appena 24 ore.