Allarme frodi sui lavori di ristrutturazione casa e uffici con il Superbonus 110%: scoperti 800 milioni di crediti inesistenti. Ecco cosa ha spiegato il direttore delle Entrate.
Da una parte ci sono le difficoltà burocratiche da superare per poter entrare in questo importante incentivo per la ristrutturazione della casa, dall’altra – come al solito – i furbetti che pensano di poter sfruttare l’occasione ricavando benefici fiscali non dovuti. Sono quelli che con la scusa di ristrutturare un’abitazione hanno avuto l’idea di guadagnarci sopra, illecitamente.
L’accesso al Superbonus del 110% è molto complesso, tanto che il governo Draghi ha semplificato l’accesso, soprattutto riguardo ad alcune documentazioni da presentare nella prima fase riguardanti le conformità. Allo stesso tempo però, pur prolungato, sono state introdotte limitazioni per il 2023 riguardanti le villette unifamiliari. Uno dei primi organi dedicati al controllo è il SUE, lo sportello unico per l’edilizia, che deve verificare la corretta presentazione della CILA e che soprattutto gli interventi richiesti rientrino nelle norme, ma anche che ci sia un attestato che confermi come la costruzione dell’immobile oggetto dell’incentivo sia stata completata in data antecedente al 1° settembre 1967. Naturalmente viene effettuata una verifica ex-ante di tutte le attestazioni, affinché corrispondano al vero e questo viene fatto sia per il Superbonus che per il Sismabonus.
Attenzione ai “furbetti” del Superbonus, rischiano denunce e multe da infarto
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Accanto al SUE si muove anche l’Enea, di cui un tecnico dovrà effettuare un controllo su tutti i documenti legati alle polizze assicurative e le attestazioni rilasciate, nonché gli importi. L’ultima gamba della verifica spetta infine al fisco, che deve verificare che ci siano i presupposti per la detrazione fiscale. Se dovessero mancare l’Agenzia delle entrate provvederà a recuperare l’importo corrispondente alla detrazione non spettante nei confronti di chi ha effettuato la richiesta, più gli interessi e le sanzioni.
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Si rischiano multe che vanno dai 2mila fino ai 15mila euro per ciascuna irregolarità, soprattutto se il fatto costituisce reato e questo potrebbe portare a sanzioni davvero molto salate. Questo però non ha fermato i tentativi di frode allo stato, tanto che l’Agenzia delle entrate ha individuato fino ad oggi ben 800 milioni di crediti inesistenti. Infatti sulla piattaforma sono stati messi in moto 19,3 miliardi di euro, di cui 6,5 miliardi per cessioni e sconti in fattura legati agli interventi del 110% e i restanti 12,7 miliardi per tutti gli altri sconti edilizi. I dati di Enea parlano di 11 miliardi di detrazioni previste alla fine dei lavori, di cui più della metà riguardano il Superbonus 110%.