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Dal 1 gennaio non sarai più certo della provenienza di latte e formaggi che acquisti

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Riccardo Magliano

A gennaio scade la legge per l’obbligo di segnalazione della provenienza del prodotto sull’etichetta. Fa paura la possibilità di un’invasione di prodotti di bassa qualità.

Sapere con esattezza cosa si sta mettendo sulla propria tavola è una cosa importante non solo per il gusto, ma anche per la salute. Non tutti i paesi hanno le stesse regole nei confronti del cibo, e se sappiamo che in Italia sono obbligatori un certo numero di controlli per garantire un prodotto di qualità e non nocivo in alcun modo, lo stesso può non valere per prodotti importati. Per questo motivo è importante la legge che obbliga i produttori a segnare sull’etichetta il territorio d’origine dei loro prodotti. La legge sull’obbligo di segnalazione dell’origine del latte e prodotti caseari scade nel 2022, e nel caso non venisse riapprovata, c’è la seria possibilità che non sia possibile confermate che il latte o il formaggio che mangiamo sia veramente made in Italy.

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La dicitura Made in Italy è per molti garanzia di qualità. Sia per la moltitudine di controlli sopra accennati, sia per la garanzia che il sapore di quegli alimenti sia quello che ci si aspetta e che si può utilizzare in cucina. Tra questi, i prodotti etichettati 100% Made in Italy sono garanzia di eccellenza, e quelli di cui i consumatori sono portati a fidarsi. Tuttavia, senza l’obbligo di specificare la provenienza delle materie prima sull’etichetta non si ha la certezza che quei prodotti siano davvero 100% Made in Italy, e i consumatori potrebbero ritrovarsi sugli scaffali dei supermercati dei prodotti di qualità inferiore può riportanti la dicitura 100% Made in Italy.

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A lanciare l’allarme è la Coldiretti, che richiede al Governo che la legge venga prorogata. La preoccupazione dell’associazione per la difesa dei consumatori è che il mercato italiano venga invaso da prodotti stranieri, o comunque prodotti in stabilimenti stranieri di aziende italiane, di scarsa qualità, ma spacciati per Made in Italy. Un mercato che all’estero presenta già moltissimi esempi, con prodotti che vengono presentati come italiani, ma sono in realtà prodotti negli Stati Uniti, in Sud America, o in Asia. Le leggi che regolano i controlli dei prodotti nazionali difendono il mercato italiano da questi cloni, per questo Coldiretti cerca di spingere il Governo a prorogare questa legge il prima possibile.

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