Sono diverse le opzioni che permettono di accedere alle pensione. Ecco quali sono e cosa si può fare per lasciare il lavoro
Mentre il Governo lavora alla prossima manovra 2022, il definitivo superamento di Quota 100 ha spinto molti a cercare strade alternative e a valutare le varie opzioni che permetterebbero l’uscita dal lavoro. Chi è nato nel 1960, cioè che ha compiuto 61 anni nel 2021, possono usufruire della pensione anticipata, il trattamento di pensione che consente ai lavoratori che hanno maturato un determinato requisito contributivo di conseguire l’assegno pensionistico prima di aver compiuto l’età prevista per la pensione di vecchiaia. A prescindere dall’età, bisogna aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini; 41 anni e 10 mesi per le donne. Attenzione, però, perché chi accede alla pensione anticipata ad un’età inferiore a 62 anni ha una riduzione pari ad un punto percentuale per ogni anno di anticipo nell’accesso alla pensione rispetto all’età di 62 anni. Tale percentuale annua, inoltre, è elevata a due punti percentuali per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni.
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La riduzione percentuale non si applica a coloro che accedono alla pensione anticipata a decorrere dal 1° gennaio 2015 e che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017. Un’altra opzione è Quota 41, erogata ai lavoratori che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età che si trovano in determinate condizioni indicate dalla legge e che perfezionano, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contribuzione. Riguarda chi si trova in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale; chi percepisce un’ invalidità superiore o uguale al 74% accertata dalle competenti commissioni mediche per il riconoscimento dell’invalidità civile; chi assiste, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità; chi si occupa di un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti; i lavoratori gravosi.
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Un’altra opzione è l’Ape sociale, estesa al 31 dicembre 2022. Le professioni che rientrano nell’Ape sociale – informa Il Corriere – sono: professori di scuola primaria e pre-primaria, magazzinieri, estetisti, portantini, personale addetto alla consegna delle merci, lavoratori delle pulizie, artigiani, operai specializzati, agricoltori, personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci, operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare, operai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio, categorie di conduttori, compresi quelli di: veicoli, macchinari mobili e di sollevamento, mulini e impastatrici, forni e analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali, impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque, impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta, forni e altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati.