Il Reddito di cittadinanza è stato confermato nella legge di Bilancio, ma con delle importanti modifiche per evitare le frodi e per spingere nel mercato del lavoro chi ne usufruisce.
Il reddito di cittadinanza continua ad accendere gli animi e ad essere oggetto di discussione soprattutto a Palazzo Chigi, con il M5s in primis che ne prende i meriti e ne sostiene l’efficacia e con il centrodestra che invece sostiene la necessità di una sua cancellazione. “È indegna una nazione che riconosce fino a 780 euro a un ventenne in ottima salute e dà la pensione di 270 euro a chi ha un’invalidità”, dice Giorgia Meloni , leader di Fratelli d’Italia, supportata da Antonio Tajani: “Il reddito di cittadinanza è una misura inutile che non porta benefici all’economia, bisogna utilizzare queste risorse per abbassare il costo del lavoro e incentivare le imprese ad assumere giovani”. Ma Luigi Di Maio non ci sta: “Se lo eliminiamo abbiamo problemi di ordine sociale”, avverte Di Maio. Fatto è che, soprattutto dopo le ultime operazioni dei Carabinieri e delle Forze dell’Ordine che hanno scovato irregolarità e truffe, qualcosa va certamente cambiato.
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Il nuovo scandalo furbetti travolge il reddito di cittadinanza. Stando ai dati, tra il 2019 e il 2021 quasi 48 milioni di euro sono finiti nelle tasche di persone che hanno percepito il reddito di cittadinanza illecitamente, con oltre 41 milioni quest’anno. Sono quasi 11mila le persone controllate nel 2019, oltre 18mila l’anno scorso, più di 156mila quest’anno. Nel 2021, i sussidi percepiti senza diritto pari a 41.3 milioni. Delle quasi 40mila famiglie con il reddito di cittadinanza controllate in alcune regioni da maggio a ottobre, il 12,6% è risultato irregolare. Insomma, troppe irregolarità e la manovra va proprio nella direzione di una modifica che possa reggerne l’urto.
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Dunque si pensa ad aumentare i controlli, che saranno effettuati in automatico dal prossimo anno per ogni domanda di sussidio e non a campione, e ad introdurre delle regole diverse per chi ne usufruisce. La verifica ex ante vuole evitare le centinaia di truffe a cui abbiamo assistito in questi anni di erogazione. Un nuovo meccanismo che potrebbe essere introdotto è quello che vuole una decurtazione del versamento mensile ogni volta che si rifiuta una proposta di lavoro, così da abbassare il costo della misura per lo stato, che prevede un risparmio di 700 milioni di euro rispetto agli 1,5 previsti per il 2022.
Dunque due modifiche: la prima è l’introduzione di un meccanismo di decurtazioni a partire dalla seconda offerta di lavoro rifiutata da parte dei beneficiari che potrebbe trovare occupazione. La seconda è attuare controlli preventivi sulle richieste presentate, che saranno effettuati incrociando i dati sulle banche dati della pubblica amministrazione.
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Inoltre, per presentare la domanda al Reddito di cittadinanza sarà poi obbligatorio presentare una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e consegnare anche un certificato di residenza recente, così da evitare imbrogli come quelli visti nel recente passato, con disoccupati che in realtà avevano residenza in altri paesi europei. L’assegno, se l’impianto della manovra sarà confermato definitivamente, calerà di 5 euro al mese a partire dal sesto mese, come avviene per Naspi e Discoll. Nel caso del Reddito però il taglio è più leggero: l’1% del beneficio economico massimo per un single, pari a 500 euro mensili. In base a questo schema l’importo sarà quindi ridotto mensilmente di 5 euro, a partire dal sesto mese oppure dal primo no all’offerta di lavoro. La riduzione si applica alle famiglie in cui tutti i componenti sono inoccupabili o fino a quando c’è un componente sotto i tre anni, con disabilità grave o non autosufficiente. L’assegno non scenderà mai sotto i 300 euro al mese.