Ennesima riforma delle pensioni dopo la fine di quota 100, ma circola la voce che il governo punti su una soluzioni più strutturale.
L’unica certezza è che Quota 100 non sarà prorogata al 2022 e che quindi il governo dovrà varare l’ennesima riforma delle pensioni. Si tratta di una questione nodale per il bilancio italiano e del resto l’Europa ha chiesto, a fronte del pagamento del Recovery Fund, un cambiamento radicale al nostro paese. L’equilibrio del bilancio è dato proprio dalla previdenza sociale, che eroga sempre più pensioni a fronte di una popolazione lavorativa che al contrario versa sempre meno contributi, sia per una diminuzione complessiva che a causa dei contratti atipici.
Per tenere insieme la compagine di governo e soprattutto una sempre più scalpitante Lega da un alto e le pressioni dei sindacati dall’altra, Draghi ha valutato di introdurre per un solo anno la cosiddetta Quota 102, quindi la possibilità di andare in pensione con almeno 64 anni di anzianità e 38 di contributi. In realtà questa prospettiva non soddisfa nessuno, essendo un ibrido e per questo c’è la necessità di trovare una soluzione più strutturata.
Pensioni, il governo sta valutando di allargare “Opzione donna” a tutti i lavoratori, ma solo per il 2022
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Ecco perché sta prendendo piede sempre più la possibilità di allargare quella che viene definita “Opzione Donna” a tutti quanti. Questa infatti sarà mantenuta anche per il 2022, anche se con parametri più stretti. Fino al 31 dicembre di quest’anno infatti è possibile utilizzarla con 58 anni, 59 per le autonome, e con 35 anni di contributi, mentre nel 2022 l’età si alzerà a 60 e 61 anni. Esiste anche una finestra mobile di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per quelle autonome, per cui dal 2022 le prime riceveranno effettivamente il primo assegno a non meno di 61 anni e le seconde a partire da 62 anni e mezzo.
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Questo sistema misto porterà a una decurtazione del 20-30%. Questa “finestra” potrebbe essere estesa a tutti quanti, così da poter anticipare i 67 anni previsti dalla Fornero che ufficialmente tornerà in vigore dal primo gennaio 2022, a meno di cambiamenti dell’ultimo momento. Il governo Draghi sarebbe tentato dall’opzione, notando come con il passare degli anni i costi per i beneficiari si abbasserebbero notevolmente. Più passa il tempo e maggiore la quota dell’assegno che i futuri pensionati si vedranno calcolata con il metodo contributivo.
Per poter anticipare la pensione si può utilizzare un’alternativa, quella di andare in pensione a 64 anni e con 20 di contributi, ma solo se l’assegno sia superiore di 2,8 volte a quello minimo. La platea è ovviamente ristretta, visto che bisogna percepire almeno 1444 euro mensili lordi, ma il governo sta valutando se abbassare questa soglia.