Sui mutui a tasso fisso si sono già abbattuti i rincari derivanti dai mutamenti sul mercato del denaro. Ancora nessuna stangata sul variabile.
Si tratta del famigerato spread, il differenziale tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi, che confermano un rincaro del costo del denaro. Questo ovviamente si riversa sui tassi per i mutui, che da ora in poi potrebbero subire un incremento da valutare con estrema attenzione. Quelli a tasso fisso sono agganciati all’Eurirs valido al momento della stipula del contratto e già qui assistiamo ad una variazione non indifferente, visto che per una scadenza a 20 anni c’è stata una mutazione dallo -0,02% allo 0,42%.
Il salto complessivo è dello 0,44% rispetto a inizio anno, quasi mezzo punto percentuale. Di certo non siamo al livello del 2018, quando il livello era salito a 1,50%, ma non c’è più quella enorme convenienza ad accendere un mutuo come è stato fino all’inizio del 2021.
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La conferma arriva dai mutui a tasso variabile, che invece è agganciato all’Euribor. In questo caso, prendendo a riferimento quello a tre mesi, viene confermata la stabilità a -0,56%. Questo significa che su un mutuo a tasso fisso da 100mila euro a 20 anni per una prima casa a Roma dal valore di 200mila euro, le offerte al top variano un costo annuo tra 0,86% e lo 0,99%. Nel caso invece di un mutuo variabile, le migliori offerte hanno un range tra lo 0,37% e lo 0,59%. In teoria le banche non stanno dunque ricaricando queste variazioni sui contratti attuali, perché in caso contrario ci sarebbero stati fino a 5mila euro in più da pagare nell’arco dei 20 anni.
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Come mai a pagare sembrano essere per il momento solamente gli intestatari di un mutuo a tasso fisso e non ancora di un mutuo a tasso variabile? L’Euribor risente dell’andamento del costo del denaro sul tratto breve (fino a 12 mesi) della curva. E il mercato non sta scontando alcun aumento dei tassi da qui ai prossimi mesi, anche se inizia a prevedere tassi overnight di 20 punti base tra un anno. In ogni caso, resterebbero negativi dello 0,30%. Sul tratto medio-lungo, invece, il rialzo dei rendimenti è evidente per l’effetto inflazione. I prezzi al consumo lievitano e il costo del denaro su prestiti di lunga durata non può che seguire. A farne le spese, per l’appunto, sono coloro che hanno i mutui agganciati all’Eurirs.
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