Il 31 dicembre 2021 si dirà addio a Quota 100, il sistema che permette di andare in pensione con 38 anni di contributi e 62 anni di età.
E’ Quota 102 la soluzione pensata per il post Quota cento prevista dalla Legge di bilancio 2022. Si prevede Quota 102 per un anno per mantenere la gradualità di un ritorno al sistema ordinario, puntando verso la pensione a 64 anni, anziché 67, mantenendo 38 anni di contributi con alcune opzioni per l’uscita anticipata, attraverso un fondo ad hoc di 500 milioni. La normativa, che è solo di passaggi, è stata bocciata dai partiti, dai sindacati, da Confindustria. Secondo le previsioni, solo poche migliaia di lavoratori potranno beneficiare dal 2022 della pensione anticipata con quota 102. Inoltre, uscire nel 2024 dal mondo del lavoro, a 66 anni di età, non rappresenta una vera e credibile finestra di uscita anticipata dal lavoro, essendo a ridosso dei 67 anni previsti dai requisiti di vecchiaia. Si pensa quindi a quota 103 nel 2023, cioè pensionamento a 65 anni con 38 di contributi.
Leggi anche: Stretta sul Reddito di Cittadinanza, come controllare gli accrediti
Inoltre, un lavoratore che ad oggi ha 61 anni e 37 anni di contributi, il prossimo anno, se fosse prorogata quota 100, uscirebbe nel mondo del lavoro. Con Quota 102, invece, dovrà ancora aspettare, perché se nel 2022 raggiungerà il requisito contributivo di 38 anni, non avrà, invece, il requisito anagrafico di 64 anni. La manovra, tuttavia, conserva quota 100 fino all’anno 2024 per favorire l’uscita anticipata dal mondo del lavoro dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, che abbiano raggiunto un’età anagrafica di almeno 62 anni. La nuova Quota 102 permetterà il pensionamento nel prossimo anno per circa 10 mila – 15 mila persone.
Leggi anche: Fornero in vista: perché è meglio andare in pensione prima del 2024
Dunque, nel 2022, si andrà quasi sicuramente in pensione a 64 anni, con uno scalino di due rispetto a quota 100. Accoglierà coloro che per pochissimo non riescono entro quest’anno a raggiungere quota 100. Secondo le stime dei sindacati, saranno in tutto circa 10 mila i lavoratori che potranno accedere a quota 102 il prossimo anno in quanto restano esclusi i nati negli anni 60 e chi avrà nel 2022 meno di 57 anni di età. Con quota 102, questi non riuscirebbero a rispettare i requisiti anagrafici e contributivi previsti entro il 2024 di avere 64 anni di età e almeno 38 di contributi. Nel 2025, serviranno 66 anni per andare in pensione.