La misura del green pass obbligatorio per entrare nei negozi è una misura attiva da mesi, ormai, ma ci sono ancora problemi con i controlli.
L’introduzione del green pass per poter entrare negli esercizi al chiuso, come negozi, ristoranti, bar, e simili è attivo ormai da agosto e fin da subito si sono riscontrati alcuni problemi riguardo la sua efficacia. Uno su tutti: i controlli. Fin dalla sua messa in vigore, il green pass ha avuto un grosso problema per quanto riguarda i controlli che dovrebbero verificare se le persone abbiano o meno la certificazione anti-covid con se durante i loro spostamenti. In teoria tutti dovrebbero essere obbligati ad avere il green pass per accedere a tutti i luoghi al chiuso, agli eventi pubblici e in tutti quegli eventi in cui si prevede un assembramento di persone, ma nella pratica non ci sono pochissimi controlli se questo obbligo sia rispettato o meno.
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Una larga parte della popolazione italiana ha la sensazione che il green pass non venga correttamente e/o non venga con una sufficiente continuità. Entrando in bar e ristoranti ci si accorge che non tutti i locali controllano il green pass, e questo non permette alle persone di sentirsi al sicuro. Stessa cosa accade per le strade. In giro sono pochi controlli del green pass da parte delle forze dell’orgini, anche in aree in cui notoriamente ci sono assembramenti, come mercati all’aperto o piazze pubbliche. La percezione delle persone è quella di avere in mano un certificato obbligatorio completamente ignorato.
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In più ai problemi con la sicurezza ci sono stati anche problemi per l’ottenimento del green pass. Ottenere il green pass con le procedure standard è semplice: aver completato almeno una dose di uno dei vaccini anti-covid approvati dall’Unione Europea, aver fatto un tampone risultato negativo, o essere appena guarito dal covid dopo averlo preso. I problemi si hanno con le condizioni particolari. Ad esempio hanno avuto problemi quelli che si sono vaccinati all’estero o chi ha fatto vaccini non approvati dall’UE, come lo Sputnik russo, utilizzato a San Marino.