Le rate del mutuo potrebbero aumentare per alcuni soggetti. I motivi, le date e chi deve preoccuparsi.
La crescita attesa dell’inflazione non farà schizzare in alto solo i prezzi delle bollette. Anche le rate dei mutui ne risentiranno. I tassi fissi, infatti, tornano sopra la soglia dell’1 per cento, come non succedeva dal 2019. Previsioni in rialzo anche per i mutui a tasso variabile, sebbene con tempistiche più dilazionate nel tempo.
Il motivo è da cercare nel fatto che la maggior parte degli esperti, sia analisti sia delle banche centrali, è convinta che nei prossimi anni l’inflazione salirà di circa il 2 per cento, cioè ai livelli del 2013. A questo punto la Bce sarebbe costretta a intervenire, innalzando i tassi di interesse.
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L’incidenza dei tassi Eurirs e Euribor sulle rate del mutuo
Inevitabilmente questo avrà effetti sul costo dei mutui. In particolare, per quanto riguarda i mutui a tasso fisso, i tassi interbancari come gli indici Eurirs sono previsti in netta salita. Nei primi mesi del 2021 si trovavano a – 0,02 per cento, mentre adesso sono quasi allo 0,5 per cento.
Il Taeg di un mutuo da 160mila euro a 20 anni per un appartamento di 200mila euro arriva oggi all’1,17% (livelli di fine 2019). Per il momento, per non contrastare la ripresa dell’economia, le banche hanno assorbito riducendo i propri margini, ma se la situazione continuasse nel tempo, a risentirne sarebbero anche i consumatori.
Lo stesso vale anche per i mutui a tasso variabile. In questo caso, però, il rialzo sarà più graduale. Gli indici Euribor, che si riferiscono a questo tipo di mutuo sono sotto la soglia dello zero da cinque anni e la situazione non dovrebbe cambiare fino a settembre 2023.
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