Il 2022 presenterà una forte stretta attorno al reddito di cittadinanza. Il sussidio verrà regolamentato in maniera ferrea in modo da non permettere ai “furbetti” di approfittarne.
Con una grossa parte della forza politica e dell’opinione pubblica a favore, il reddito di cittadinanza non poteva essere direttamente abolito, ma sicuramente modificato. Dopo settimane e settimane di discussioni interne del Governo, in cui l’argomento ha quasi creato una spaccatura nella maggioranza, si è arrivati ad una quadra. Il reddito di cittadinanza tornerà anche nel 2022, ma con delle sostanziali modifiche che, almeno nelle intenzioni, non permetteranno ai moltissimi “furbetti” di approfittare del sostegno senza adempiere alla propria parte del patto, ovvero trovare un’occupazione tra quelle proposte dallo Stato o trovate autonomamente.
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Sono state introdotte nuovre regole per quanto riguarda le proposte di impiego. Nella prima versione erano 3 le offerte che era possibile ricevere e rifiutare prima di vedersi tolto il sussidio e queste offerte avevano dei limiti abbastanza blandi. Le nuove regole prevedono che la prima offerta che il beneficiario del reddito di cittadinanza riceverà sia per una posizione distante non oltre 100 km di raggio dalla residenza del beneficiario, la seconda offerta estende il raggio a 250 km, mentre la terza può comprendere tutto il territorio nazionale. La modifica più evidente è quella relativa al progressivo abbassamento dell’importo. A partire da gennaio 2022, infatti, il reddito di cittadinanza verrà decurtato di 5 euro al mese dopo il sesto mese di beneficio,partendo dalla somma base di circa 580 euro, fino a che non scenderà al di sotto dei 300 euro. Dal taglio sono esclusi i nuclei familiari con figli minori di 3 anni, con disabilità o non autosufficienti. Sarà poi introdotto un piano di verifica annuale dei requisiti patrimoniali dichiarati nella DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica, ovvero la domanda di Isee). Il piano sarà attuato dell’INPS, che lo definirà entro il 31 marzo, ministero del lavoro, Agenzia delle Entrate e guardia di finanza.
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Lo Stato lavorerà maggiormente in contatto con i Comuni per realizzare delle verifiche a campione dei requisiti dei richiedenti per il reddito di cittadinanza. Saranno quindi intensificati i controlli per scoprire chi prende il reddito di cittadinanza senza averne diritto, tanto dal punto di vista del patrimonio quanto anagrafico. Questi controlli saranno fatti, rispettivamente, dai Comuni e dall’INPS. Inoltre i Comuni saranno tenuti a impiegare i beneficiari del reddito di cittadinanza in progetti utili alla collettività, a titolo gratuito e senza una reale relazione di lavoro. Infine, da gennaio fare richiesta del reddito di cittadinanza varrà anche dichiarazione di immediata disponibilità a lavorare. Chi non si presenterà al centro per l’impiego dopo essere stato convocato, perderà automaticamente il reddito di cittadinanza.