Il Movimento 5 Stelle annuncia le barricate sul cashback. E nel caso la spuntasse nel Consiglio dei Ministri, la misura protese tornare a breve: come prima o con piccoli correttivi. Ma Draghi e parte del governo non sono d’accordo.
Tra i vari temi che dividono la maggioranza, oltre all’abolizione di Quota 100 nelle pensioni e il Reddito di cittadinanza, si innesta anche il dibattito sul cashback di Stato. Il Movimento 5 Stelle non vuole rinunciare a una delle misure simbolo del governo Conte e già da tempo dimostra un certo malcontento per la decisioni di Mario Draghi di sospenderlo. E negli ultimi giorni i toni si sono accesi.
Lo stesso Giuseppe Conte che ha chiesto di “riattivare il cashback“, pur dichiarandosi pronto ad alcuni miglioramenti. Nell’idea di Conte, il cashback resta una misura importante “per la digitalizzazione dei pagamenti e il contrasto all’evasione fiscale“.
Il rimborso sui pagamenti effettuati nei negozi con carta di pagamento elettronica, a causa dei vari problemi riscontrati e dai risultati ottenuti, ritenuti modesti da Draghi a fronte di 4,75 miliardi investiti, è stato sospeso in vista di una sua rivisitazione.
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Cashback, le ipotesi di riforma
Nel caso in cui passasse la linea del Movimento 5 Stelle, il cashback tornerebbe come prima. Ci sono, tuttavia, alcune ipotesi su una possibile modifica per eliminare alcune inefficienze. Prima tra tutte, l’eliminazione del super bonus cashback, il premio da 1.500 euro a favore primi 100 mila partecipanti che effettuano il maggior numero di transazioni, a prescindere dall’importo.
Si parla inoltre di introdurre una sorta di soglia reddituale, in modo da incentivare solamente i cittadini con un Isee basso. Si sta pensando anche un modo di prevedere un meccanismo per evitare frazionamenti delle spese per raggiungere la somma attraverso la soglia minima di transizioni. Con ogni probabilità verrebbe comunque abbassata la soglia massima di 15 euro in restituzione per singola transazione. Il nuovo Cashback, in base alle stime, peserebbe sulle casse dello Stato al massimo di 500 milioni di euro.
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