Con la decisione del governo di superare Quota 100, la misura voluta dalla Lega che consentiva di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi, i lavoratori nati in alcuni anni potrebbero essere penalizzati.
I lavoratori più preoccupati dei cambiamenti in vista nel sistema delle pensioni sono coloro che sono nati nel 1960. Nel caso in cui passasse Quota 104 mobile, vale a dire 64 anni con 40 anni di contributi, potrebbero lasciare il lavoro nel 2024. L’età prevista, tuttavia, potrebbe alzarsi ancora ed arrivare ai 67 anni o con 41/42 anni e 10 mesi di attività a seconda del sesso.
Nel caso in cui passasse Quota 104 mobile, dunque, nel 2022 potrebbero andare in pensione solo coloro che avevano già l’età per Quota 100 nel 2021 ma non ancora i contributi. Non coloro, invece, che avevano i contributi ma non l’età, cioè i lavoratori nati nel 1960.
Per questo i sindacati, nonostante l’incontro avuto con il presidente del Consiglio Mario Draghi, hanno annunciato battaglia, qualora il governo non prestasse attenzione a determinate categorie di lavoratori, come accadde con la Legge Fornero, che penalizzò coloro che erano nati nel 1958.
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Cosa succede agli altri lavoratori per andare in pensione
Il governo pensa di utilizzare un approccio graduale per tornare alla legge Fornero, che prevede il pensionamento a 67 anni. Dunque la situazione sarebbe migliore per coloro che sono nati nel 1958 o nel 1959.
I primi, potrebbero andare via dal lavoro nel 2022 a 64 anni e con 38 anni di contributi grazie a Quota 102. Mentre i nati nel 1959 dovrebbero attendere il 2023, sempre a 64 anni, con 39 anni di contributi, grazie a Quota 103.
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