Si è quesi esaurito il calndario dei pagamenti anticipati delle pensioni di novembre. Per chi si rivolge alle banche per la pensione, la data da segnarsi è il 2 novembre.
Come ormai collaudato da mesi, per evitare affollamenti agli sportelli delle poste le pensioni cominciano ad essere erogate in anticipo. Per questo motivo il ritiro della pensione di novembre è cominciata il 25 ottobre per poi continuare con un calendario che segue l’ordine alfabetico dei cognomi. Secondo le ultime notizie emesse da Poste Italiane sul pagamento delle pensioni, il calendario sarebbe questo:
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La pensione di novembre è stata o verrà accreditata a partire dal 25 ottobre per i titolari di un libretto di risparmio, di un conto BancoPosta o di una Postepay Evolution. I titolari di carta Postamat, Carta Libretto o di Postepay Evolution potranno prelevare i contanti da uno degli oltre 7.000 sportelli ATM Postamat in Italia, senza bisogno di recarsi personalmente allo sportello delle poste. Per quanto riguarda il pagamento delle pensioni di novembre 2021 in banca, invece, il versamento avverrà il primo giorno bancabile, ovvero a partire dal 2 novembre. Inoltre, continua la collaborazione tra Inps, Poste Italiane e carabinieri. Per il pagamento delle pensioni potrà avvenire con la delega ai carabinieri per i pensioniati di età pari o superiore a 75 anni.
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Le pensioni per tutto il 2021 saranno del medesimo valore, ma nel 2022 potrebbero esserci dei cambiamenti sugli importi, quindi è il caso di fare attenzione. Questo perché non verrà fatta alcuna rivalutazione delle pensioni per il 2021. Le pensioni rimarranno dello stesso valore perché l’inflazione prevista per il 2020 era negativa. Le previsioni degli esperti dicono che nel 2022 l’inflazione tornerà a salire perché il tasso del costo della vita sarà del 1,5%. La qualificazione dell’aumento come valutazione dipende dal metodo che il governo deciderà di seguire per la perequazione. Dal 2022, invece, circa 22 milioni di italiani potranno beneficiare dell’aggiornamento dell’assegno pensionistico che costerà circa 4 miliardi di euro sulle casse dell’INPS e sulle altre casse previdenziali che dovranno egualmente provvedere alla rivalutazioni degli assegni previdenziali.
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