Il Reddito di cittadinanza è stato confermato nella legge di Bilancio, ma con delle importanti modifiche per evitare le frodi
Il reddito di cittadinanza è una delle questioni più divisive, tra chi lo considera un fallimento al pari di Quota 100 e vorrebbe che fosse chiuso, e chi lo difende a spada tratta come uno degli strumenti principali di sostegno per le famiglie più povere del nostro paese. La misura chiave del Movimento 5 stelle ha creato non pochi dibattiti fin dalla sua prima comparsa, a causa della mancata praticità della misura per ciò che riguarda il mercato di lavoro. Il Reddito di cittadinanza è stato confermato nella legge di Bilancio, ma con delle importanti modifiche per evitare le frodi e per spingere nel mercato del lavoro chi ne usufruisce.
Leggi anche: Posto di blocco, le regole da seguire per fare le cose giuste e non creare malintesi
Dunque si pensa ad aumentare i controlli, che saranno effettuati in automatico dal prossimo anno per ogni domanda di sussidio e non a campione, e ad introdurre delle regole diverse per chi ne usufruisce. La verifica ex ante vuole evitare le centinaia di truffe a cui abbiamo assistito in questi anni di erogazione. Un nuovo meccanismo che potrebbe essere introdotto è quello che vuole una decurtazione del versamento mensile ogni volta che si rifiuta una proposta di lavoro, così da abbassare il costo della misura per lo stato, che prevede un risparmio di 700 milioni di euro rispetto agli 1,5 previsti per il 2022.
Leggi anche: Offro lavoro ma non trovo personale. Nessuno vuole fare più sacrifici, dice lo chef Alessandro Borghese
Dunque due modifiche: la prima è l’introduzione di un meccanismo di decurtazioni a partire dalla seconda offerta di lavoro rifiutata da parte dei beneficiari che potrebbe trovare occupazione. La seconda per attuare controlli preventivi sulle richieste presentate, che saranno effettuati incrociando i dati sulle banche dati della pubblica amministrazione. Inoltre, per presentare la domanda al Reddito di cittadinanza sarà poi obbligatorio presentare una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e consegnare anche un certificato di residenza recente, così da evitare imbrogli come quelli visti nel recente passato, con disoccupati che in realtà avevano residenza in altri paesi europei.