Riforma delle pensioni, fonti del governo hanno parlato di una possibile estensione di un anno dell’Ape social e di Opzione donna nella Manovra 2022. Cosa sono queste misure e quali lavoratori potranno beneficiarne.
Dopo la complicata trattativa del governo con i sindacati che non ha portato a una conciliazione con le posizioni per quanto riguarda la riforma del sistema pensionistico, una buona notizia per i lavoratori arriva dalla decisione di estendere “Opzione donna” e “Ape sociale”.
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Opzione donna è un trattamento pensionistico che permette di anticipare l’uscita dal lavoro per le donne già a 58 e 59 anni con 35 annualità di contributi. Per fare domanda le lavoratrici dipendenti (58 anni) e autonome (59 anni) devono aver maturato i requisiti previsti entro il 31 dicembre 2020. La proroga, quindi, includerebbe anche coloro che invece matureranno i requisiti entro il 31 dicembre 2021.
Nel caso delle lavoratrici dipendenti si ottiene il trattamento pensionistico a 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, mentre le lavoratrici autonome dovranno attendere 18 mesi. La conferma del regime sperimentale di Opzione donna il cui costo ammonterebbe a 100 milioni nel 2022.
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L’Ape sociale è un’indennità garantita dallo Stato, ed erogata dall’Inps, a lavoratori dipendenti pubblici e privati, autonomi e lavoratori iscritti alla gestione separata (escluse le casse previdenziali private) in stato di difficoltà, che chiedano di andare in pensione al compimento dei 63 anni.
Per stato di difficoltà si intende lavoratori disoccupati. Oppure lavoratori che assistono il coniuge, un genitore o un figlio con handicap grave o lavoratori invalidi civili. Infine lavoratori impiegati in settori considerati gravosi o usuranti. E proprio in questo ambito dovrebbe arrivare la novità, con un ampliamento a nuove categorie di lavori gravosi e l’aggiornamento dell’elenco attualmente esistente.
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Nella Manovra non rientrano solo queste misure. Per quanto riguarda il capitolo “fisco”, il governo intendere riservare circa 8 miliardi di euro al taglio delle tasse. Sarà poi il Parlamento a decidere nel concreto la destinazione specifica. Inoltre, vi rientrerà una probabile revisione del Reddito di Cittadinanza e il Superbonus per la casa. Si discute se estendere il beneficio alle abitazioni monofamiliari.
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