A nulla sono valsi gli appelli di Conte, rilanciati anche dal Pd: la misura anti-evasione non è prevista nemmeno per i primi sei mesi del 2022.
Dunque questa misura chiude la sua tutto sommato breve esperienza. Il governo Draghi ha deciso di staccare definitivamente la spina, almeno questo è quello che è emerso dalla cabina di regia del Governo in vista dell’approvazione della manovra in Cdm, prevista per oggi. Il provvedimento, approvato dal governo Conte bis e partito a gennaio, era stato sospeso poi nel secondo semestre per gli scarsi risultati sul fronte del recupero del nero e soprattutto per quanto riguarda l’aumento dell’uso della moneta elettronica come mezzo di pagamento.
La sospensione era stata attuata con la promessa di un bonus anti evasione che sarebbe arrivato nel 2022, questo perché la durata del cashback era prevista almeno fino alla prima metà del 2022 ed in ballo ci sono ancora 1,5 miliardi. Proprio Giuseppe Conte nei giorni passati aveva ripetuto diversi appelli legati alla sua proroga, a cui si era affiancato anche Enrico Letta, ma Draghi è stato irremovibile, insieme al ministro dell’economia Daniele Franco, tanto che in maniera ufficiosa è stato fatto trapelare che il provvedimento non è mai stato in discussione, provocando le ire dei Cinque Stelle e del Pd. In questo caso è possibile dire che Draghi ha proseguito coerentemente verso la propria strada lungo l’approvazione della manovra, scontentando, su diversi punti, tutte le componenti del governo.
Addio Cashback, Draghi stacca la spina definitivamente