Il lavoratore usurante che intende accedere alla pensione anticipata con quota 97,6 quanti anni e quanti contributi deve avere?
Come noto il lavoro usurante, che prevede mansioni o impegni maggiori rispetto ad altri, porta con se il diritto alla pensione anticipata. Nel caso particolare la misura “aurea” da tenere in considerazione è quota 97,6. Questa permette di anticipare la quiescenza, ma la quota non è l’unica misura da considerare. Questa è composta dalla somma dell’età e dei contributi, ma va ricordato che esistono per legge altri tipi di paletti. Infatti quota 97,6 è valida purché il lavoratore abbia compiuto 61 anni e 7 mesi e almeno 35 anni di versamenti. Questo per i lavoratori dipendenti, mentre per quelli autonomi la quota sale a 98,6, con 35 anni di contributi e 62 anni e 7 mesi di età.
Come calcolare però i lavori notturni? Per chi svolge tra le 72 e le 77 notti l’anno è sempre richiesta quota 98,6 per i dipendenti e 99,6 per gli autonomi, quindi almeno 62 anni e 7 mesi con 35 anni di contributi. Chi scende tra le 64 e le 71 notti l’anno la quota invece sale rispettivamente a 99,6 e 100,6 con 63 anni e 7 mesi e 35 anni.
L’alternativa alla pensione anticipata standard: l’Ape sociale
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Questi requisiti, spiega l’INPS, rimarranno bloccati fino ale 31 dicembre 2026 per poi essere adeguati all’aspettativa di vita dell’Istat.
C’è poi l’Ape sociale è una forma di pensione anticipata che consente l’uscita dal mondo del lavoro a 63 anni con 36 di contributi, a patto di aver svolto una mansione gravosa per 6 anni negli ultimi 7 o 7 negli ultimi 10. È quindi una pensione anticipata riservata a chi ha svolto lavori gravosi.
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Per accedere il lavoratore deve risultare disoccupato a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale; non avere un contratto di lavoro a seguito della scadenza del contratto a tempo determinato, ma a condizione che abbia avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi e aver concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione spettante da almeno 3 mesi ed essere in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni; assistere al momento della richiesta, e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, o un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure il lavoratore deve essere affetto da patologie invalidanti e con un’anzianità contributiva di almeno 30 anni; aver subito una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74% e in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni; risultare lavoratore dipendente, al momento della decorrenza dell’indennità, in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e aver svolto da almeno 7 anni negli ultimi 10 una o più attività gravose.