A fronte di un rialzo del costo delle materie prime dopo la pandemia, i lavoratori nel settore sembrano scarseggiare.
Allarme dal settore dell’edilizia per la mancanza di lavoratori. Può capitare di dover aspettare anche sei mesi per un ponteggio e poter così impacchettare un palazzo da ristrutturare. Lo scenario del settore edilizio, in seguito alla pandemia, è profondamente cambiato. Le richieste per interventi edilizi si sono moltiplicate, complici gli sconti fiscali e varie agevolazioni messe a disposizione ai contribuenti. Gli acquisti di case sono aumentati di un quarto rispetto a due anni fa mentre i prezzi dei materiali sono rincarati a causa dell’aumento della domanda. A scarseggiare, però, è la mancanza di lavoratori.
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A dirlo è stata un’indagine del gruppo Webuild, ex Salini Impregilo, colosso del comparto dell’edilizia, che ha riferito che risultano scoperti oltre 100mila posti nel settore delle grandi infrastrutture di cui 3mila figure di staff specializzato, 23mila operai specializzati e più di 70mila operai generici. Figure, queste, assolutamente necessarie per accelerare le costruzioni e permettere la realizzazione delle opere previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Mancano ingegneri, project manager, contabili, esperti in gestione delle risorse umane, responsabili della gestione di cantieri, autotrasportatori, operatori addetti alle Tbm, minatori, carpentieri, saldatori, addetti agli impianti elettrici e meccanici. Ma la lista è lunga e si cercano operai molto più specializzati come esperti di scavi, di impianti elettrici e meccanici e delle attività di cantiere, minatori, escavatoristi, jumbisti, lancisti, palisti, pompisti, canneggiatori, carpentieri, saldatori, operatori di mezzi di cantiere. Infine non si trovano capisquadra piazzali, operatori di nastro, addetti ai cunicoli.
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Secondo l’Associazione dei Costruttori, il numero sarebbero addirittura raddoppiato. Il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini ha ricordato che potrebbe esserci penuria di operai, sottolineando però la necessità di “retribuzioni adeguate”. “Grazie alle opportunità offerte dal Pnrr, dal Superbonus e da una ripresa del mercato immobiliare si potrebbe tornare ai livelli occupazionali registrati prima della crisi. Oggi però per realizzare il Pnrr e soddisfare le richieste provenienti dal privato mancano nel complesso, secondo i nostri calcoli, circa 265mila lavoratori, tra ingegneri, project manager, responsabili della gestione di cantieri, autotrasportatori e operai. Per gli operai specializzati nelle costruzioni la difficoltà di reperimento raggiunge quasi il 60 per cento. Bisogna puntare su un pacchetto di misure per favorire le assunzioni e la formazione dei giovani“, è la denuncia di Gabriele Buia, presidente Ance, Associazione nazionale dei costruttori edili.