Tra i vari temi all’ordine del giorno, c’è la riforma fiscale in cui rientra la rimodulazione delle flat tax attualmente esistenti.
Inizia una settimana delicata per il governo. Tra i vari temi e argomenti all’ordine del giorno, c’è sicuramente la riforma fiscale in cui rientra la rimodulazione delle flat tax attualmente esistenti. Le indiscrezioni non parlando di una loro cancellazione, anche perché contribuiscono al 10% delle entrate dello stato. Secondo Il Sole 24 Ore, la compagine governativa starebbe valutando un modello duale, che prevede un’imposta proporzionale da applicare solo sui redditi da capitale. La riforma riguarda i regimi sostitutivi cedolari, con l’avvicinamento al 23% del primo scaglione Irpef e il regime forfettario delle partite Iva, che invece non verrebbe toccato.
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Il modello di “tassazione piatta” propone di introdurre, al posto delle attuali cinque aliquote Irpef e dei cinque scaglioni di reddito, un’aliquota unica. In Italia, il sistema fiscale progressivo prevede infatti 5 scaglioni di aliquota per il pagamento dell’Irpef che verrebbero ridotte ad uno soltanto con la Flat Tax. La Lega, vorrebbe imporre un’aliquota fissa per tutti del 15%, a prescindere dal reddito.
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Molte aliquote sono distanti dal 23% del primo scaglione Irpef: alcune, più settoriali, sono poco usate, come il 15% sulle lezioni private o l’imposta di 100 euro per la raccolta di funghi/tartufi. Altre sono più note e diffuse, come la cedolare secca per affitti con canone concordato (10%), il 10% sui premi di produttività o il 12,5% sugli interessi dei titoli di Stato. Per portarle al 23%, come suggerito al Parlamento il direttore generale delle Finanze Fabrizia Lapecorella, si potrebbe pensare di incrementare le aliquote proporzionali e diminuire al contempo le basi imponibili, lasciando invariata l’imposta netta. C’è poi la questione risparmio, con la separazione attuale tra redditi da capitale e redditi diversi, che non consente di compensare le eventuale minusvalenze, pregiudicando l’efficienza del mercato dei capitali. Una diminuzione dell’aliquota al 26% rischia di provocare un minor gettito di 1,4 miliardi.
Dal leader della Lega, Matteo Salvini, arriva la proposta di “aumentare il tetto della flat tax in delega fiscale almeno fino a 100mila euro. Siamo al lavoro per aiutare i lavoratori precoci, i cosidetti quota 41“, ha assicurato Salvini.