Prima di procedere col pignoramento per le cartelle pre-Covid l’Agenzia delle Entrate-Riscossione deve inviare una notifica di intimazione al pagamento.
Il chiarimento è arrivato durante il questione time del 20 ottobre alla Camera. Infatti dall’inizio di settembre è ripartita l’attività di riscossione, che fa seguito alla sospensione risalente a marzo 2020, data d’inizio del lockdown. Dopo un anno e mezzo dunque il Fisco ha ripreso la sua attività di recupero, per questo periodo, mentre la situazione è diversa per le notifiche inviate per il periodo precedente.
Proprio questa attività è stata oggetto del question time, dove il MEF ha risposto chiarendo che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione devo comunque notificare l’intimazione di pagamento a versare entro 5 giorni le somme dovute, come del resto previsto dall’articolo 50 del dpr 602/1973. Il contribuente, insomma, non può essere raggiunto subito dalla procedura esecutiva di pignoramento, anche se la cartella gli è stata già notificata (ma più di un anno fa).
Se questo è valido per i pignoramenti, diverso è il discorso per i fermi dei veicoli e dell’ipoterca, visto che in questi casi non ci sono strumenti che devono precedere l’esproprio. In questi casi infatti sia l’invio del preavviso di fermo che quello di ipoteca sono già disposti, e di conseguenza il diritto di informazione preventiva del contribuente viene preservato, così come l’esercizio dell’eventuale azione giudiziaria.
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Il numero di contribuenti che sarà coinvolto da questa vera e propria tempesta è elevatissimo, visto che si parla di 18 milioni di cittadini per il periodo riguardante il 2000-2021, la maggior parte delle quali sono persone fisiche. In totale si parla di circa 140-150 milioni di plichi.
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Ora dunque si aspetta la riforma del fisco, che deve puntare alla semplificazione, richiesta da molto tempo da più parti e su cui il presidente dell’agenzia delle entrate si è mostrato fiducioso. Un altro elemento innovativo di fondamentale importanza è stato l’introduzione della fatturazione elettronica, grazie alla quale è stato possibile intercettare un paio di miliardi in più. Difficile effettuare una stima precisa sull’impatto che tale manovra ha avuto a livello nazionale: “Bisogna vedere qual è il montante di riferimento”, precisa in conclusione Ruffini, anche se secondo le stime ufficiali il livello di evasione si aggirerebbe intorno agli “80-90 miliardi di euro”.
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