Reddito di Cittadinanza, revisione al ribasso dell’assegno mensile: un importo appena necessario alla stretta sopravvivenza

Sono in atto alcuni progetti di riforma per il reddito di cittadinanza: tali progetti vedono l’assegno fermarsi ad una soglia, quella dei 500 euro.

Il Reddito di cittadinanza è un piena tempesta perfetta, tirato dentro e fuori dalla manovra da parte delle varie parti che compongono il governo Draghi. I cinque stelle ovviamente puntano ad una conferma, ovviamente dopo un’ampia revisione degli strumenti che si affiancano alla semplice misura economica, ma altri componenti, come Lega e Italia Viva vorrebbero chiudere quanto prima questa esperienza.

Tra i vari progetti di riforma c’è la possibilità di vedere un sostanzioso taglio della somma massima erogata, che scenderebbe alla soglia di 500 euro per un single. Va ricordato che in manovra il RdC è costato fino ad oggi ben 17 miliardi, una cifra di cui l’Europa chiede ragione e che forse non potrebbe essere nuovamente coperta nonostante il Recovery Plan. Lo stanziamento previsto per il 2022, allo stato attuale, è di 8 miliardi. Il problema ruota soprattutto sui centri di impiego, che non sono mai entrati in funzione per poter dare una nuova vita lavorativa a chi prende il RdC.

Taglio dell’assegno in vista per il Reddito di Cittadinanza: l’importo massimo potrebbe scendere a soli 500 euro

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Secondo quanto riportato il Corriere della Sera, Andrea Orlando, ministro del Lavoro, sta attendendo un rapporto del comitato di esperti creato lo scorso aprile e presieduto dalla sociologa Chiara Saraceno. Il dibatti politico è comunque serrato. il M5S ribadisce di non poter trattare sull’interruzione della misura, ribadendo che dalla cifra dei 500 euro non si può scendere.

Ad intervenire sulla questione è stato anche il ministro dell’agricoltura, Stefano Patuanelli: “Il ruolo che ha avuto il reddito di cittadinanza in questa fase storica del Paese è evidente, credo che mettere in discussione questo strumento sia fuori dal tempo, siamo disponibilissimi a discutere di come migliorare la parte relativa alle politiche attive del lavoro, ma mettere in discussione la misura è assolutamente inspiegabile e immotivato. È una misura che ha funzionato”.

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Probabilmente si lavorerà sui requisiti, come competenze e distanza da casa, per premere sull’offerta di lavoro per chi percepisce il reddito, così da evitare l’eventuale rifiuto ad accettare. Il governo è poi al lavoro per varare eventuali misure che contrastino le truffe emerse in tutta Italia, come conferma l’ultimo rapporto della Guardia di Finanza.

 

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