Approvato il Documento programmatico che definisce i contorni della nuova legge di bilancio. Ecco le anticipazioni sulla riforma delle pensioni.
Dunque la fine di Quota 100 è segnata e definita dalle anticipazioni che emergono dal documento programmatico di bilancio approvato dal Governo. Si tratta di una riforma pretesa dall’Europa a fronte dell’erogazione del Recovery Fund, in cui si gioca la credibilità dell’Italia di fronte agli altri paesi. Si tratta però di trovare nuove risorse in grado di rispondere allo stesso tempo a due spinte contemporanee. La prima quella di Bruxelles, che vuole i conti a posto, e l’altra quella dei lavoratori, che temono di essere costretti a prolungare il lavoro fino ai 67 anni con il ritorno della riforma Fornero. Infatti questa tornerà in vigore dal primo gennaio 2022, se non ci saranno modifiche.
Nel comunicato stampa diffuso, non c’è infatti chiarezza su quale decisione finale sarà presa a riguardo, al di là delle dichiarazioni di intenti legate appunto alle pensioni, al Reddito di Cittadinanza e agli ammortizzatori sociali. Sul lato pensioni, nel corso degli ultimi mesi sono emerse diverse proposte dalle parti coinvolte, politiche, sociali e previdenziali.
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Dunque la sperimentazione partita con il primo Governo Conte con Quota 100 terminerà il primo gennaio 2022 e quindi, a meno di una vera riforma, si tornerà allo scalone di cinque anni con una nuova quota 67, uno spettro che inorridisce i sindacati.
Il tema è particolarmente difficile anche in considerazione del fatto che si registra una spaccatura nella maggioranza: con la Lega che non intende abbandonare questa misura di anticipo pensionistico fortemente voluta nel 2019 e la resistenza degli altri partiti , forti delle raccomandazioni dell’Unione europea e OCSE che spingono per un risparmio sulla spesa previdenziale.
Mario Draghi sta valutando un passaggio transitorio a Quota 102 solo per l’anno 2022, per poi passare a Quota 104 nel 2023. Si tratta della possibilità di andare in pensione con 64 anni di vecchiaia e 38 di contributi per il prossimo anno e 66, con gli stessi anni di contributi per quello successivo.
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La modalità potrebbe essere limitata ai lavoratori che vanno in pensione con il sistema misto (retributivo+ contributivo) che sono ancora la maggioranza, in quanto per coloro che sono soggetti al sistema interamente contributivo ( in vigore dal 1995) questo pensionamento è già possibile (come previsto dalla famigerata Riforma Fornero). Si parla anche di limitare la possibilità ai lavoratori pubblici oppure ai precoci. Il budget da rispettare sembra limitato ad un solo miliardo di euro.
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