Nei rincari c’è anche il caffè il cui prezzo aumenta del 20% e da novembre nei bar potrebbe portare la tazzina a 1,50 euro.
Si tratta veramente di un caffè amarissimo per gli italiani, che amano bere l’espresso al bar ogni mattina. I rincari si stanno rincorrendo ovunque, con una certe preoccupazione per l’andamento dell’inflazione, ma sembra che stia arrivando l’ennesima beffa, causata ovviamente dall’impennata generale dei costi a livello internazionale. Le miscele infatti sono aumentate del 20%, con un relativo impatto sul prezzo finale della tazzina che beviamo.
Infatti, secondo alcune previsioni degli esperti, i rincari potrebbero portare il prezzo al bancone tra 1,30 e l’1,50 euro. Si tratta quindi di un aumento davvero importante che potrebbe partire dal mese di novembre, quando l’aumento delle materie prime andrà a gravare sulla vendita al dettaglio. Secondo Nicoletta Trucco, di Excelsior Caffè, la questione dei costi di filiera è stata dibattuta alla Fiera specialistica di Anuga, dove è stato confermato che i prezzi di materie prime e logistica sono divenuti insostenibili.
Potrebbe sembrare un problema lontano, che non ci tocca, ma il consumo di caffè nel mondo è aumentato in maniera esponenziale, complice anche l’utilizzo delle cialde, soprattutto nei paesi dove se ne faceva un utilizzo diverso rispetto al nostro. Secondo Fipe, da inizio 2021, il prezzo delle miscele è cresciuto del 20%. E a stare a sentire gli analisti di Fitch Solutions e di Intesa Sanpaolo non sarà nemmeno l’ultima, visto che la filiera del caffè globale è in piena fibrillazione: un anno fa il chicco verde costava un dollaro per libbra oggi ne vale il doppio.
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Del resto anche i big del settore sono in fibrillazione. Marco Lavazza, vicepresidente dello storico gruppo, non vuole rimanere con le mani in mano: “Faremo di tutto, come trasformatori e produttori, perché l’aumento delle materie prime non si riversi sul prezzo finale per i consumatori. Le tensioni sui prezzi, però, sono forti ed è possibile che qualche aumento possa esserci. Il vicepresidente è anche il numero uno di Unione Italiana Food.
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L’Organizzazione Internazionale del Caffè (Ico) teme che nei prossimi mesi tutto il mercato mondiale sarà messo sottosopra da una doppia concomitanza di fattori: una diminuzione della materia causata da una maggiore domanda globale contro la diminuzione della produzione dei principali Paesi che esportano i chicchi di caffè.
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