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I pagamenti in contanti che non devi fare dal 1 gennaio 2022 se vuoi evitare i controlli del Fisco

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Libero Ramati

Si tende sempre di più a scoraggiare l’uso del contante a vantaggio di altri strumenti tracciabili come bancomat, carta di credito e bonifici.

Contanti (foto Adobestock)

Dunque dal primo gennaio 2022 sarà possibile utilizzare i contati solo per pagamenti inferiori ai 1000 euro. La decisione parte da lontano ed è legata al tentativo dello stato di combattere il “Nero”, in qualsiasi sua forma. L’utilizzo del denaro contante ovviamente permette di aggirare il fisco, ma solo entro certi limiti. Per incentivare la diffusione dei pagamenti elettronici il Governo Conte aveva varato il Cashback, ma questa iniziativa ha alzato marginalmente la percentuale d’uso.

A dare manforte al governo ci pensa però il fisco che aumenterà i controlli sui movimenti anomali di contanti prelevati in banca per obbligare i cittadini all’utilizzo di sistemi di pagamento tracciabili. Partiamo dal dato che le carte elettroniche andrebbero utilizzate per le spese detraibili al 19% ai fini Irpef. Questo perché deve essere presente una traccia, un collegamento, tra la spesa e la persona. Un esempio sono le spese farmaceutiche, dove viene richiesta anche la tessera sanitaria per produrre lo “scontrino parlante”.

Un altro caso in cui è obbligatorio avere traccia dei pagamenti riguarda gli interventi edilizi. Per sfruttare i bonus e l’accesso al credito d’imposta serve un bonifico d’imposta specifico, pena l’impossibilità di avere le detrazioni. Infine l’ultima spesa in cui viene raccomandato l’uso di strumenti di pagamento elettronici è quella condominiale, per cui non si può superare la soglia dei 2000 euro in contanti.

Dal primo gennaio cambia tutto: pagamenti in contanti solo sotto i 1000 euro

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Il tetto attuale, stabilito in 1999,99 euro, si abbasserà dal 1° gennaio a 999,99 euro. Oltre questa cifra sarà dunque obbligatorio pagare con carta, bancomat, assegno o bonifico, così da scoraggiare ulteriormente il contante. Va tenuto presente che l’Agenzia delle entrate ha il potere di controllare qualsiasi spesa che supera il 20% del reddito complessivo.

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Questa serie di controlli è destinata ad aumentare nel corso del prossimo anno, così come richiesto dall’Unione Europa, ma non solo. Le verifiche ovviamente saranno a campione e riguarderanno sia le persone fisiche che le società. Una particolare attenzione sarà dedicata ai commercianti e ai loro movimenti sui conti bancari che risultassero “anomali” rispetto a quanto dichiarato.

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