La domanda per l’Assegno unico universale dovrà essere fatta all’Inps e i versamenti saranno direttamente in busta paga.
Dunque dal 2022 prenderà il via l’Assegno unico universale, ma andrà risolta la transizione dal vecchio sistema di detrazioni e assegni separati tra loro, – un vero e proprio caos – verso quello nuovo. Per questo ci sarà un passaggio meno brusco con delle fasi intermedie inserite nel decreto legislativo 46/2021 che sarà discusso dal Consiglio del ministri già questa settimana.
Per questo sia i commercialisti che i Caf chiedono una particolare attenzione per il riordino delle misure di sostegno, giunte a pioggia e sicuramente fondamentali, ma che stanno generando più di un confusione. C’è da aggiungere anche il numero di famiglie coinvolte nella riforma, che potrebbe arrivare a 9 milioni. Sono tutto quelle con figli a carico fino a 21 anni.
La ministra per la famiglia Bonetti assicura che non ci saranno problemi, ma in realtà c’è da redimere qualche problema, come quello riguardante i lavoratori autonomi e le partite iva. In particolare il fondo destinato è di 6 miliardi l’anno a partire dal 2022. L’introduzione dell’Assegno unico cambia ovviamente il sistema delle detrazioni. La richiesta dovrà essere presentata all’Inps da gennaio ma l’erogazione arriverà direttamente in busta paga con importi stabiliti in relazione all’Isee del richiedente; si tratterà di circa 175-180 euro a figlio (che arrivano a 250 dal terzo figlio in poi) per le famiglie con Isee inferiore ai 15mila euro, importi che scendono progressivamente fino a 40-50 euro a figlio se l’Indicatore della situazione economica equivalente è superiore ai 40mila euro.
Assegno universale, si parte a gennaio 2022 per tutte le famiglie con un figlio sotto i 21 anni
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Per ogni mese, in busta paga, saranno applicate le detrazioni fiscali per i figli a carico, con l’aggiunta degli assegni per il nucleo familiare che da gennaio saranno sostituiti dal nuovo assegno unico. C’è però il rischio che alcune fasce di reddito potrebbero trovarsi temporaneamente con meno soldi proprio per l’eliminazione delle voci precedenti.
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“È plausibile che i beneficiari ricevano il nuovo sussidio con diversi mesi di ritardo – ha dichiarato Paola Mancini della Fondazione nazionale Consulenti del lavoro, come riportato su un articolo de IlSole24Ore – Oggi detrazioni e Anf vengono erogati direttamente in busta paga dal datore di lavoro, il quale provvede poi al recupero, con un meccanismo che consente al dipendente di fruirne immediatamente. In futuro, l’ente erogatore sarà l’Inps che rischia di non riuscire a corrispondere le somme in tempi rapidi, anche perché necessita prima dell’Isee”.