Il 31 dicembre arriveranno alla data di scadenza molte delle agevolazioni varate dal governo contro i problemi della pandemia. Tra queste, però, non ci sarà il Superbonus 110%, che resta, ma con alcune modifiche.
E’ stata resa pubblica la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, il Def, che traccia il piano delle spese a Palazzo Chigi per i prossimi tre anni. Ebbene, nel Def, è contenuta la proroga al superbonus 110%. Grazie alla misura, chi esegue una ristrutturazione fino al 30 giugno 2022 può contare su una detrazione del 110% delle spese sostenute per gli interventi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici e che riducono il rischio sismico. Il Superbonus è stato introdotto con il Decreto Rilancio e vale per i lavori effettuati dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022. Del resto, Mario Draghi non aveva lasciato molti dubbi al riguardo riferendo che, visto gli ottimi dati ottenuti nel 2021, la misura sarebbe andata incontro a proroga.
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In seguito alla riconferma per il 2022, il Superbonus 110% sarà modificato. Prima tra tutte le modifiche è quella dell’introduzione della CILAS al posto della certificazione di accertamento dello stato legittimo dell’immobile. A differtenza della CILA classica (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata), la CILAS prevede che siano indicati quali sono lavori per cui si richiede il Superbonus 110% e quale sia il tipo di lavori. Se sono lavori per l’ammodernamento energetico o per l’adeguamento sismico. Anche in caso di modifiche ai lavori in corso d’opera, sempre nel rispetto delle norme dell’agevolazione, questi possono essere comunicati a lavori terminati come integrazione della CILAS. Per richiedere la CILAS occorre presentare:
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La proroga del Superbonus 110%, vista la grande popolarità della misura, non è esattamente una sorpresa, tuttavia è possibile adesso avere la conferma ufficiale della scrittura della bozza del decreto che vedrebbe l’estensione a tutto il 2022 della misura relativa al Superbonus 110%. La conferma non era comunque così certa in principio, visto soprattutto l’occhio vigile che l’Europa ha nei confronti dell’Italia, in particolare su come spenderà i fondi europei per la riparazione ai danni economici della pandemia.
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