I lavoratori sprovvisti della certificazione dovranno pagare una multa tra i 600 e i 1.500 euro, ma il costo potrebbe essere anche maggiore.
Dunque ci siamo, dal 15 ottobre sarà obbligatorio il Green Pass per potere andare a lavoro, sia in ambito pubblico che privato. C’è ancora un grossa fetta di popolazione attiva che non ha effettuato il vaccino, un calcolo parla di 2 milioni di lavoratori, tra cui personale delle forze dell’ordine e anche quelli di un settore strategico come quello dei trasporti e dei porti. Ci si prepara ad un venerdì di passione, tra scioperi, blocchi e manifestazioni. Ma cosa dice esattamente il decreto approvato dal governo?
Come oramai tutti sanno la multa per lavoratore sprovvisto varia tra 600 e 1500 euro – più bassa quella per il datore – e dopo i cinque giorni scatta la sospensione dal lavoro senza stipendio. Non sarà possibile subire il licenziamento, ma non sono questi gli unici costi che una persona che ha deciso di non sottoporsi al vaccino potrebbe pagare. Infatti per avere il green pass ci sono tre alternative: avere effettuato almeno la prima dose del vaccino, sottoporsi ad un tampone, rapido o molecolare, avere avuto il Covid nei sei mesi precedenti.
Lavoratori no-vax, oltre la sospensione e le multe anche altre beffe economiche
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Per quanto riguarda i tamponi, oggi i prezzi per quelli veloci, in farmacia, è di 15 euro, dopo il calmieramento imposto dal governo (8 euro per il minori). Va ricordato che questo prezzo vale solo per le farmacie aderenti all’iniziativa, altrove potrebbero essere più alti. Il rapido ha una validità di 48 ore, contro le 72 del molecolare, che però costa fino a 60 euro e il conto è presto fatto: il lavoratore che ha necessità del green pass deve sottoporsi fino a 3 tamponi settimanali, con un costo mensile di circa 200 euro. Con il molecolare invece si arriverebbe a sfiorare i 600 euro, nonostante le 24 in più di validità, un picco insostenibile per la maggioranza.
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C’è però anche la beffa: il lavoratore sospeso non matura le ferie, la tredicesima riferita al periodo di stop e neanche i buoni pasto e tutto questo potrebbe essere valido almeno fino al 31 dicembre, quando scadrà lo stato di emergenza, salvo proroghe. L’azienda per cui lavorano potrebbe decidere di assumersi personalmente l’onere di garantire il tampone ogni 2 giorni. La media dei lavoratori no vax è di circa il 15%: la spesa del tampone, se fosse equiparata alle gratifiche annuali, sarebbe esentasse solo fino a 258 euro all’anno. Insufficienti per la copertura completa. Il datore potrebbe tuttavia decidere di inserire il costo nel welfare aziendale per non essere tassato