Tra le proposte dell’AD RAI Fuortes c’è quella di estendere il canone a smartphone, tablet e PC, quindi praticamente a tutta la popolazione.
Da una parte gli aiuti sociali per le fasce più deboli, come il Reddito di cittadinanza e l’assegno Universale per le famiglie, dall’altra gli aumenti delle bollette elettriche. Si tratta di un “Autunno caldo” per la spesa degli italiani che potrebbero subire un aumento inflattivo da qui alla fine dell’anno, anche a causa di nuovi aumenti non previsti. L’ultimo in ordine di tempo, paventato dall’Ad del Gruppo Rai Carlo Fuortes, è legato al Canone Rai, forse il balzello più odiato dopo quello del bollo auto. Secondo il dirigente, la somma pagata attualmente nel nostro paese è “incongrua” e quindi, indirettamente da aumentare.
L’affermazione è stata fatta durante la riunione della commissione di Vigilanza. Fuortes, oltre la parola incongrua, ha utilizzato anche quella incerta, nonostante oramai, dopo la riforma Renzi, questa tassa sia inserita in automatico nella bolletta della luce. Oggi il canone ammonta a 90 euro, calato proprio a seguito della modifica del sistema di riscossione perché questo avrebbe di fatto cancellato tutti quegli italiani che non lo pagavano. L’amministratore delegato ha sottolineato come in Croazia si paghino 127 euro, in Francia 138, in Gran Bretagna 185, in Germania 220 e addirittura in Svizzera 312. Per questo il pagamento attuale viene definito incongruo rispetto anche agli impegni che annualmente la Rai si assume come servizio pubblico.
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Il problema è la mancanza di risorse, visto che tra il 2008 e il 2020 c’è stato un calo dei ricavi del 22% (pari a 700 milioni di euro), e sempre secondo i dati indicati da Fuortes e ripresi dal Sole 24 Ore, lo Stato ha trattenuto 2.400 milioni in 8 anni sul canone versato. Dunque, per coprire questo buco Fuortes ha proposto quattro alternative. La prima prevede il riconoscimento integrale del canone, senza trattenute da 110 milioni, poi cancellare la tassa sulla concessione del canone ordinario, alzare il limite dell’affollamento pubblicitario all’8% e poi il colpo: estendere il canone ai device multimediali.
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La proposta di far pagare il canone RAI a tutti, perché effettivamente se ne possono guardare i contenuti da cellulare, computer o tablet facendo login gratuitamente sull’app, ha la sua ragione d’esistere. Tuttavia sono in tantissimi a non guardare i contenuti RAI nemmeno dall’app, soprattutto negli ultimi anni. Di solito si tratta delle fasce più giovani, che preferiscono informarsi e intrattenersi su altri canali, sia per comodità che per mancanza di offerte pensate per queste specifiche categorie.
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