Per l’amministratore delegato del Gruppo Rai Carlo Fuortes il canone attuale è incongruo rispetto ai grandi impegni della Rai.
Da una parte gli aiuti sociali per le fasce più deboli, come il Reddito di cittadinanza e l’assegno Universale per le famiglie, dall’altra gli aumenti delle bollette elettriche. Si tratta di un “Autunno caldo” per la spesa degli italiani che potrebbero subire un aumento inflattivo da qui alla fine dell’anno, anche a causa di nuovi aumenti non previsti. L’ultimo in ordine di tempo, paventato dall’Ad del Gruppo Rai Carlo Fuortes, è legato al Canone Rai, forse il balzello più odiato dopo quello del bollo auto. Secondo il dirigente, la somma pagata attualmente nel nostro paese è “incongrua” e quindi, indirettamente da aumentare.
L’affermazione è stata fatta durante la riunione della commissione di Vigilanza. Fuortes, oltre la parola incongrua, ha utilizzato anche quella incerta, nonostante oramai, dopo la riforma Renzi, questa tassa sia inserita in automatico nella bolletta della luce. Oggi il canone ammonta a 90 euro, calato proprio a seguito della modifica del sistema di riscossione perché questo avrebbe di fatto cancellato tutti quegli italiani che non lo pagavano. L’amministratore delegato ha sottolineato come in Croazia si paghino 127 euro, in Francia 138, in Gran Bretagna 185, in Germania 220 e addirittura in Svizzera 312. Per questo il pagamento attuale viene definito incongruo rispetto anche agli impegni che annualmente la Rai si assume come servizio pubblico.
Canone Rai, l’amministratore delegato Fuortes chiede l’aumento
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Fuortes ha poi sottolineato come dal 2012 alcuni interventi hanno inciso sull’effettivo versamento dell’ammontare complessivo nella casse della Rai e per questo ha parlato di risorse molto incerte che rendono difficoltosa una programmazione su base pluriennale.
Il dirigente ha però confermato che, da quanto il canone è stato inserito in bolletta, molti più italiani pagano con regolarità: da 15 milioni di utenti si è passati a 22 milioni con un tasso di evasione crollato dal 27% al 3%, ma questi aumenti di paganti sono stati più che proporzionalmente ridotti dalla diminuzione del canone che è passato prima a 100 euro e poi a 90, e da un aumento della ritenuta dell’extra gettito. Nel periodo 2014-2020 le maggiori trattenute sul canone ordinario hanno determinato un prelievo complessivo sul canone per 1,2 miliardi di euro.
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Quindi secondo Fuortes in Rai arriva solo l’86% del canone, esprimendo preoccupazione per il fatto che, stando alle regole vigenti, il canone deve essere pagato solo da chi possiede un apparecchio con digitale terrestre. I cittadini in possesso di un device multimediale potrebbero invece non pagare.