Il motivo alla base delle scelte del governo è quello di semplificare il sistema di tassazione andando nella direzione di un “modello duale”.
Dunque c’è la possibilità che il sistema fiscale per i professionisti che hanno adottato il forfettario cambi totalmente. Nel caso particolare parliamo di chi guadagna fino a 65mila euro e paga un’aliquota fissa al 15%. Il rinnovo di questo particolare tipo di tassazione non è nominato in nessuno dei 9 articoli presenti nel disegno di legge approvato martedì scorso, nonostante le commissioni di camera e senato avessero confermato il forfait nelle note di aggiornamento al Def. Sembra però che il CdM voglia andare in una direzione opposta.
Secondo Il Sole 24 ore il governo Draghi vuole semplificare il sistema di tassazione spingendo sul modello duale, quindi con la modifica dell’Ires e le trattenute sul reddito d’impresa. La strada da percorrere, da un parte, prevede una aliquota proporzionale per tassare i redditi derivati dall’utilizzo del capitale, dall’altra un’Irpef ordinaria per tutti gli introiti.
Questo, in teoria, dovrebbe semplificare la scelta suo tipo di società da costituire, Srl, Snc e o ditta individuale, cosa che costringerebbe il contribuente ad una scelta giuridica e non per convenienza fiscale. Oggi è il sistema forfettario ad essere prevalente sugli altri, visto che viene scelto da una partita iva su due.
Addio al regime forfettario per le partite Iva? La cancellazione non è scontata
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Non è scontato che la riforma arrivi alla sua conclusione. Infatti il disegno di legge dovrà essere approvato in parlamento e quindi è altamente probabile, alla luce delle note emerse nelle commissioni nei mesi estivi, che questo venga ritoccato così da riaprire le porte al regimi forfettari. Il documento del governo disegna un futuro con una riduzione graduale delle aliquote medie effettive e, al di là del concetto di fiscalità duale, l’idea è quella di garantire gli incentivi alle startup, motore trainante dell’innovazione tecnologica.
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Per questo si stanno valutando deduzioni, maggiorate rispetto a già quanto è stato messo in campo oggi, attraverso un sistema che in realtà ricalca proprio il regime forfettario attualmente in vigore. Va sottolineato che nulla cambia per le partite iva ordinarie, che rimarrebbe assoggettate all’Irpef ordinaria e quindi potrebbero beneficiare dell’eventuale riforma fiscale.