Al dibattito sulle nuove forme di pensionamento da introdurre con la riforma del sistema previdenziale si aggiunge il Fondo Monetario Internazionale, che dice la sua sui pensionamenti anticipati.
Il Fondo Monetario Internazionale torna a mettere bocca sugli affari interni degli Stati. Nel caso dell’Italia, sulle misure in programma per riformare il sistema previdenziale, da tempo nel programma del governo italiano. Non è nuovo l’astio con le organizzazioni internazionali, FMI e Unione Europea in primis, hanno guardato alla misura di Quota 100 e alle misure di pensionamento anticipato introdotte dall’Italia nel proprio ordinamento, e non è soprendente che abbiano spinto perché non fosse rinnovata dopo il periodo di sperimentazione durato 3 anni. Alla luce della discussione interna al dibattito politico italiano su una misura che possa sostituire Quota 100 per il pensionamento anticipato, il Fondo Monetario Internazionale ci tiene a far sapere la sua, esprimendo preoccupazione riguardo a quanto una nuova misura di pensionamento anticipato potrebbe pesare negativamente sulle casse dello Stato italiano.
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Il Fondo Monetario Internazionale ha fatto pervenire all’Italia un dossier in cui sono spiegate tutte le riforme pensionistiche in Europa, che mette bene in chiaro come nella partita del futuro del sistema previdenziale non ci sia posto per strumenti di pensionamento anticipato come Quota 100 e altre misure simili. Il FMI fa leva soprattutto su quanto questi strumenti potrebbero pesare sulle spalle delle future generazioni. In particolare il FMI preme su quanto questi strumenti creerebbero delle situazioni di squilibrio tra le generazioni, pensando invece che la riforma del sistema debba virare verso delle riforme che fanno appello a principi condivisi di equità insime ad una maggiore alfabetizzazione finanziaria.
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Il dossier arriva in un momento molto delicato per la discussione del governo sull’argomento. In questo stesso periodo stanno andando avanti i dibattiti tra le parti politiche con l’aggiunta dei sindacati per trovare una via di pensionamento anticipato che possa accontentare tutte le parti in casua. In particolare i sindacati, che premono perché sia trovata una misura alternativa a Quota 100. L’idea più concreta è quella del pensionamento a 62 anni per alcune categorie di lavoratori, ossia coloro che svolgono professioni gravose.