Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto delega per la riforma fiscale. Strappo della Lega che non partecipa al Cdm.
La bozza alla delega fiscale arrivata al Consiglio dei ministri è molto complessa e composta da 10 articoli che allargano la riforma a diversi ambiti, tra cui la semplificazione fiscale, la riduzione dell’evasione, la revisione dell’Irpef e dell’Ires e l’Iva, ed infine la riforma del catasto.
Quest’ultima è il nodo più spinoso per Draghi, vista la forte resistenza della Lega. L’articolo 7 prevede infatti che è necessario modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e revisione del catasto fabbricati, per individuare e classare gli immobili non censiti, quelli abusivi, i terreni edificabili accatastati come agricoli. Ma soprattutto a “integrare” le informazioni attualmente presenti attribuendo a ciascuna unità immobiliare oltre alla rendita catastale anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base, ove possibile, agli attuali valori di mercato. I dati raccolti saranno disponibili dal 1° gennaio 2026, ma non potranno essere utilizzati per determinare la base imponibile dei tributi.
L’altra riforma riguarda una razionalizzazione dell’Iva, con la riduzione delle aliquote e la distribuzione dell’imponibile per semplificare la gestione e l’applicazione dell’imposta, così da aumentare la lotta all’evasione. Per quanto riguarda l’Irpef invece si prevede una graduale riduzione delle aliquote così da incentivare l’offerta di lavoro e la partecipazione al mercato da parte dei giovani. Nei piani del governo è previsto anche un ritocco delle tax expenditures.
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Saranno cancellate le addizionali regionali e comunali, che però diventeranno “sovraimposta”. L’articolo 8 prevede infatti che sarà revisionato tutto il sistema fiscale locale. La sovraimposta riguarderà l’Irpef, la cui aliquota può essere variata dalle regioni – sempre entro limiti previsti dallo stato – per garantire il gettito necessario.
All’interno dei questa delega è previsto un un incremento obbligatorio della sovraimposta calcolato in modo da garantire lo stesso gettito attualmente ricavato dall’applicazione delle aliquote delle addizionali regionali all’Irpef maggiorate nella misura obbligatoria per tutte le regioni sottoposte a piani di rientro per disavanzi sanitari. Va sottolineato che non cambierà nulla per i contribuenti dal punto di vista delle tasse pagate.
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Un cambiamento che però potrebbe avere un effetto sulla progressività dell’imposta aggiuntiva degli enti locali: la addizionale prevede infatti che si applichi una aliquota proporzionale sulla base imponibile e l’unico elemento di progressività è costituito dalla no tax area per i redditi più bassi. Con la sovraimposta dovrebbe essere invece più forte l’effetto progressivo.
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