Il governo Draghi dovrà ricalcolare gli assegni previdenziali, sulla base dell’aumento generale medio dei prezzi stimato nella Nadef dell’1,5%.
A causa dell’inflazione, nella prossima legge di Bilancio, il governo Draghi dovrà stanziare circa 4 miliardi di euro per ricalcolare gli assegni previdenziali, sulla base dell’aumento generale medio dei prezzi stimato nella Nadef dell’1,5%. Si tratta di una prestazione a sostegno del reddito delle famiglie dei titolari di pensione a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, dei Fondi speciali di previdenza, dell’Enpals che abbiano un reddito complessivo al di sotto delle fasce stabilite ogni anno per legge. Il titolare di pensione ai superstiti può chiedere l’ANF anche solo per se stesso, purché inabile oppure orfano minore. L’assegno non spetta ai titolari di pensione a carico delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri), per i quali è prevista la concessione delle quote di maggiorazione per carichi di famiglia (assegni familiari).
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La sussistenza del diritto e l’importo dell’assegno dipendono dal numero dei componenti il nucleo familiare, dal reddito del nucleo familiare e dalla tipologia del nucleo familiare.
Le tabelle contenenti gli importi e le fasce reddituali sono pubblicate ogni anno e hanno validità dal 1° luglio al 30 giugno dell’anno successivo. L’erogazione della prestazione decorre dalla data di inizio della pensione. La prestazione spetta dal 1° giorno del mese di erogazione della pensione durante il quale insorga il diritto, fino alla fine del mese in cui cessi il diritto stesso.
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Nella Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, si evince che nel 2022 andranno adeguati al costo della vita 22,8 milioni di assegni pensionistici. Bisognerà dottare un modello per ripartire l’incremento, riconosciuto l’anno scorso, denominato metodo a 7 fasce, in scadenza il 31 dicembre di quest’anno. Senza nessun intervento, da gennaio ritornerebbe il sistema a tre scaglioni introdotto dal primo esecutivo guidato da Romano Prodi del 1996, che si basa sull’Irpef e porterebbe un minimo di 126 euro in più per gli assegni previdenziali da 1.500 euro a un massimo di 1.027 euro per le pensioni oltre i 60mila euro annui. L’aumento delle pensioni sarà calcolato sulla base dell’indice Foi, elaborato da Istat sulla variazione dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati tra 2021 e 2020, che come ultimo dato registrato ad agosto segnava un +2,1%, a fronte di un massimo +0,7% di inizio anno
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