Il direttore dell’Agenzia delle entrate annuncia che i plichi relativi alle fasi del Covid saranno recapitati ai contribuenti dal prossimo anno.
Dunque tutte le cartelle esattoriali che non sono state inviate durante la pandemia saranno recapitate agli interessati dal 2022, come ha spiegato il direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini durante il Forum In Masseria 2021.
In realtà l’attività del fisco ha ripreso il suo funzionamento regolare già dal 1° settembre, ma solo per quanto riguarda le richieste di pagamento più vecchie e comunque antecedenti al Covid. il direttore infatti ha spiegato che l’agenzia piano piano sta ricominciando, dopo un periodo lunghissimo di sospensione corrispondente al momento più drammatico del paese, e quindi alla corretta scelta di sospendere l’invio, non solo delle cartelle, ma di tutti gli atti dell’amministrazione finanziaria.
Dunque è stata presa la decisione di rimandare l’invio delle cartelle esattoriali già pronte, visto che durante la pandemia i ruoli si sono formati, gli enti creditori hanno avvertito l’Agenzia della riscossione. Tutti questi ruoli e crediti, che venivano consegnati, rimanevano in un cassetto e venivano formate delle cartelle che non potevano essere spedite.
Cartelle esattoriali, nel 2022 arriveranno accertamenti a 18 milioni di contribuenti
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Il numero di contribuenti che sarà coinvolto da questa vera e propria tempesta è elevatissimo, visto che si parla di 18 milioni di cittadini per il periodo riguardante il 2000-2021, la maggior parte delle quali sono persone fisiche. In totale si parla di circa 140-150 milioni di plichi.
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Ora dunque si aspetta la riforma del fisco, che deve puntare alla semplificazione, richiesta da molto tempo da più parti e su cui il presidente dell’agenzia delle entrate si è mostrato fiducioso. Un altro elemento innovativo di fondamentale importanza è stato l’introduzione della fatturazione elettronica, grazie alla quale è stato possibile intercettare un paio di miliardi in più. Difficile effettuare una stima precisa sull’impatto che tale manovra ha avuto a livello nazionale: “Bisogna vedere qual è il montante di riferimento”, precisa in conclusione Ruffini, anche se secondo le stime ufficiali il livello di evasione si aggirerebbe intorno agli “80-90 miliardi di euro”.