Il governo Draghi si prepara ad una profonda revisione del fisco con novità sull’IRAP, l’IVA, ma soprattutto su una nuova mappa catastale italiana.
La delega sulla riforma infatti comprende ben 10 articoli. Al governo spetterà di individuare le priorità e poi di emanare entro 18 mesi i decreti legislativi di attuazione. Ma è proprio sul catasto che è in atto una dura battaglia tra le forze politiche con la Lega che sta cercando di prendere tempo. Ma cosa prevede questa riforma bocciata da alcuni?
Questa dovrà costituire uno stimolo alla crescita economia del paese, uscito duramente provato dalla pandemia e dai lockdown che hanno minato la stabilità economica. L’obiettivo è aumentare l’efficienza, una revisione della struttura delle imposte e soprattutto la riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione. La razionalizzazione e la semplificazione del sistema tributario è la strada da percorrere, come la salvaguardia della progressività delle tasse, così da ridurre l’evasione fiscale.
Per attuare questo programma il governo vuole ridurre gradualmente le aliquote medie effettive derivante dall’applicazione dell’imposta anche al fine di incentivare l’offerta di lavoro e la partecipazione al mondo del lavoro, con particolare riferimento ai giovani e ai secondi percettori di reddito, nonché l’attività imprenditoriale e l’emersione degli imponibili.
Riforma del castato: dati disponibili dal 2026 ma no agli aumenti delle imposte
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Per fare questo è necessario ridurre gradualmente le variazioni eccessive delle aliquote marginali effettive derivanti dall’applicazione dell’Irpef e il riordino delle deduzioni dalla base imponibile e delle detrazioni dall’imposta lorda sul reddito delle persone fisiche. Per questo serve un’armonizazione dei regimi di tassazione del risparmio, tenendo conto dell’obiettivo di contenere gli spazi di elusione dell’imposta.
Il passo necessario è una razionalizzazione dell’Iva, con particolare riferimento al numero e ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le diverse aliquote allo scopo di semplificare la gestione e l’applicazione dell’imposta, contrastare l’erosione e l’evasione, aumentare il grado di efficienza in coerenza con la disciplina europea armonizzata dell’imposta.
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Oggetto di confronto politico, con la Lega che ha chiesto di approfondire il tema in questione, la riforma prevede una modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale al fine di modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati. A ciascuna unità immobiliare, oltre alla rendita catastale così come avviene ora, bisognerà attribuire anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato. Serviranno quindi meccanismi di adeguamento periodico e questi dati saranno disponibili a partire dal 1° gennaio 2026, ma non serviranno per determinare la base imponibile dei tributi, che rimane basata sulle risultanze catastali.